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Terreni oggetto di decadenza del vincolo preordinato all’esproprio: per accertarne il carattere edificatorio occorre verificare la destinazione delle aree contigue a essi

Relativamente alla così dette. “aree bianche”, la Corte di Cassazione, Sez. 1, sentenza n. 12268/2016, Sambito, Rv. 640061, ha ribadito i principi da ultimo affermati dalla Sez. 1, sentenza n. 09488/2014, Benini, Rv. 631154, chiarendo a sua volta che l’avvenuta decadenza del vincolo preordinato all’esproprio rende l’area – non la zona – priva di regolamentazione urbanistica.Conseguentemente, in tale ipotesi, non è consentito farne rivivere la condizione preesistente, ma opera la disciplina prevista per le cd. aree bianche di cui all’art. 4, ultimo comma, della legge 20 gennaio 1977, n. 10, recante «Norme per la edificabilità dei suoli» (ora art. 9 del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, «Testo unico in materia edilizia»), la quale, peraltro, non comporta un automatico riconoscimento della natura edi¬ficabile dell’area occupata, dovendo essere apprezzata la ricorrenza di tale carattere in base al criterio dell’edificabilità di fatto, che impone un metodo di valutazione incentrato sulla verifica della funzionalità dell’area in termini di naturale ed armonico completamento di quelle, ad essa contigue, che siano destinate all’edificazione in base alle scelte legislative e a quelle pianificatorie dei comuni.
Ultimo aggiornamento: 15/01/2018

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