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Quesito

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Nel provvedimento di reiterazione di un vincolo preordinato all’esproprio è sufficiente limitarsi ad una generica previsione del danno ex art. 39 T.U.


Domanda:
Il nostro comune ha in programma l'approvazione di un complesso di varianti urbanistiche delle quali alcune precedono l'apposizione ex novo del vincolo preordinato all'esproprio, altre invece la reiterazione del vincolo precedentemente apposto ma scaduto per decorrenza del termine quinquennale.In quest'ultimo caso si pone pertanto la questione dell'indennità dovuta al proprietario delle aree da assoggettare nuovamente al suddetto vincolo espropriativo, così come previsto dall'art.39 del D.P.R. n. 327/2001. La citata norma (rinviando ad una futura "organica risistemazione della materia"), non fornisce tuttavia al momento indicazioni precise in merito alla metodologia di calcolo dell'indennità in parola, limitandosi unicamente a stabilire al comma 1 che la stessa dovrà essere commisurata al danno effettivamente prodotto, lasciando indeterminate diverse problematiche.In particolare, in assenza di uno specifico intervento del legislatore in materia, quali potrebbero essere i criteri estimativi più appropriati per la determinazione dell'indennità in caso di reiterazione del vincolo? Sussiste comunque l'obbligo per l'Ente di liquidare l'indennizzo indicando una somma determinata nei provvedimenti che approvano la variante, ovvero è possibile limitarsi unicamente ad una generica previsione dello stesso, visto anche il disposto del comma 2 del citato art. 39?

 

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