l presente quesito deriva da una richiesta di chiarimento da parte di ATO, propedeutica all’eventuale modifica del testo della determinazione conclusiva di CDS indetta per approvazione, ai sensi art. 158 bis TUAMB, del progetto definitivo di opera pubblica, afferente al SII.
1) Con riferimento specifico agli articoli 158 bis cm.1 e 2 TUAMB e dall’art.12, 19 cm.1 e 10 cm.1 DPR 327/2001, si chiede se è possibile, nonché legittimo, avvalersi del combinato disposto fra art. 158 bis D. Lgs. 152/2006 e art. 10 cm.1 DPR 327/2001, dichiarando espressamente l’apposizione del vincolo espropriativo in sede di Conferenza di Servizi ATO di approvazione del Progetto Definitivo. In tal caso, la determinazione conclusiva del procedimento di Conferenza, costituisce oltre che Dichiarazione di Pubblica Utilità e Variante agli strumenti urbanistici (ove necessario) anche Vincolo preordinato all’esproprio?
Questo passaggio è coerente e rispettoso delle attribuzioni specifiche degli organi di governo degli enti locali (tipicamente: Consiglio Comunale) con particolare riferimento alla L. 267/2000 T.U. Enti Locali e art. 42 bis e art. 13 LR 12/2005 - legge regionale in materia urbanistica? (ovvero, nel rispetto di questi articoli di legge, non vi sono da parte della CdS attribuzioni di poteri improprie, nel disporre l’apposizione del vincolo espropriativo)
2) In riferimento agli artt. 10 c.1 (apposizione vincolo preord. Esproprio) e 11 (avviso avvio procedimento) del DPR 327/2001, se l’apposizione del vincolo può essere effettuata solo a seguito delle comunicazioni di cui all’art. 11 - posto che sarebbe il Gestore ad effettuarle- l’avvio del procedimento da comunicare corrisponde a quello relativo all’ indizione della Conferenza dei Servizi ATO per l’approvazione del progetto definitivo dell’opera ex art. 158-bis TUAMB? In questo caso la comunicazione di cui all’art. 16 cm. 4 viene accorpata alla comunicazione art.11?
Siamo una società di servizi che, previa la stipula di una concessione di delega, dobbiamo realizzare un condotta interrata per la quale opereremo con asservimenti, ma, prevedono anche la realizzazione di un locale di pompaggio, necessita espropriare i terreni di sedime. Come apporre il vincolo preordinato all’esproprio (VPE) per quest’ultimi terreni?
Il progetto è stato approvato con decreto Giunta Regionale e le opere, su progetto predisposto dalla Comunità Montana, sono già state dichiarate di pubblica utilita' ed urgenti ed indifferibili a tutti gli effetti.
Siamo in Regione Lombardia. Si deve procedere alla realizzazione di un depuratore. A breve si adotterà la variante al PGT per inserire la previsione dello stesso nel Piano dei Servizi.
Si chiede se a seguito dell'adozione della variante sia possibile procedere alla dichiarazione di pubblica utilità ed avviare le relative procedure per l'acquisizione delle aree anche nelle more dell'approvazione definitiva della Variante stessa.
Quali sono gli effetti della decadenza di un vincolo preordinato all’esproprio derivante da atti diversi dai piani urbanistici generali, nello specifico imposto mediante accordo di programma ex art. 34 del D.lgs. 267/2000?
Vale quanto disposto dall’art. 9 co. 3 del DPR 327/2001 o quanto previsto dal PRG prima dell’accordo di programma?
Questo Comune intende approvare il progetto di una rotatoria stradale, ma è scaduto il termine di 5 anni, dall’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, entro il quale doveva essere dichiarata la pubblica utilità dell’opera. Relativamente alla destinazione urbanistica del terreno interessato dai lavori, pertanto, trova applicazione l’art. 9 del D.P.R. 380/01. Qual è la proceduta più rapida per realizzare l’opera, che data la situazione viabilistica della zona, è urgentemente richiesta dall’amministrazione?
Chiediamo il vostro parere in merito alla sentenza Cons. St. 6177/2013(e altre precedenti TAR Abruzzo 1180/2010, TAR Puglia 2802/2008) relativamente all'apposizione del vincolo preordinato all’esproprio per gli asservimenti per pubblica utilità di opere interrate, condotte. Noi non abbiamo mai proceduto in questo senso per le opere interrate viene apposto solo nel caso di costruzioni fuori terra, trattasi di un comportamento corretto?
Il comma 7 dell'art. 13 del T.U.E. dispone che l’esecuzione delle previsioni dei piani stessi può essere disposta entro termini maggiori di quelli previsti dal precedente comma 4 (cinque anni). Come si riflette tale disposizione sui termini di inizio e di durata del procedimento di espropriazione?
Dovendosi eseguire alcuni lavori che prevedono due diversi tipi di intervento:
a) la posa in opera di reti paramassi su terreni scoscesi per la quale è prevista una servitù;
b) la realizzazione di un banchettone di sostegno del ciglio della strada che sta cedendo, banchettone che verrà realizzato invadendo terreno di proprietà privata adiacente alla sede stradale per una larghezza di circa 70 cm. ed una lunghezza di circa 30 m..
Si chiede se per l’apposizione del vincolo di esproprio in corrispondenza del banchettone e di servitù in corrispondenza delle reti è necessario ricorrere ad una variante urbanistica.
Questo Comune ha approvato nel 1995 un P.I.P.
Ad oggi risultano realizzate le urbanizzazioni, ma residuano alcuni lotti da cedere.
Nel 2004 è stato approvato il Piano Urbanistico Comunale (PUC) che prevede la zona in questione come zona D1 e rinvia, nelle Norme Tecniche di Attuazione, all'applicazione del Regolamento PIP approvato nel 1995.
Si chiede se, essendo decorso il termine decennale di validità del PIP, sia possibile procedere comunque alla cessione a privati delle aree già acquisite e non ancora cedute, eventualmente applicando il Regolamento PIP, ovvero se trattasi di "zone bianche" (pur in presenza della prescrizione sopra citata dello strumento urbanistico generale [PUC] e pur essendo già stata urbanizzata l'area interessata)che necessitano di essere ripianificate ad esempio con nuovo PIP, prima di essere alienate.
Il promotore di un esproprio (Gestore del Servizio Idrico Integrato), si trova a dover inviare all'Ente Espropriante la richiesta per l'apposizione del Vincolo preordinato sulle aree interessate da un progetto (Stazioni di sollevamento per Fognatura Pubblica + Tubazioni a pressione e gravità).
Di fatto le aree che verranno materialmente "espropriate" saranno solo quelle dove insisteranno i manufatti fuori terra, mentre le altre aree (tracciato delle tubazioni) saranno soggette solo a decreto di Occupazione temporanea ed Asservimento.
La richiesta di apposizione di vincolo, dovrà comprendere anche le aree che saranno esclusivamente occupate ed asservite ?
Il comune deve intervenire su un terreno, di privati, in posizione quasi verticale alla strada comunale, per la posa di reti di consolidamento a protezione della viabilità comunale e alle abitazioni esistenti.
La destinazione del terreno è E4 “Ambiti di interesse agricolo e paesaggistico”.
Trattandosi di lavori urgenti e a salvaguardia della pubblica incolumità, posso procedere direttamente all’approvazione del progetto definitivo o devo prima istituire il vincolo preordinato all’esproprio?
Questo Comune sta perfezionando il progetto preliminare riguardante la realizzazione di una strada prevista nel P.R.G. cui occorre aggiungere la piazzola terminale non prevista nello stesso.
A tal riguardo si è deciso di ricorrere all’attuazione di variante ai sensi dell’art.19 del D.P.R. n. 327/2001.
E’ in corso la predisposizione delle comunicazioni da inviare ai singoli proprietari risultanti dai registri catastali interessati dalla realizzazione dell’interevento che dovranno essere comunicate almeno 20 gg. prima dell’approvazione del progetto da parte del C.C. come stabilito dall’art. 11, 1° comma, lett. a).
Con la presente si chiede:
1) se oltre al progetto preliminare deve essere depositata anche la bozza della deliberazione di approvazione dello stesso;
2) se i 30 giorni consentiti per formulare da parte dei soggetti interessati le eventuali osservazioni partono dalla data di ricezione della raccomandata relativa;
3) come ci si deve regolare ai fini del recepimento/rifiuto delle osservazioni. Appena decorsi i 20 giorni il Comune può approvare il progetto preliminare riservandosi di controdedurre alle eventuali osservazioni pervenute entro il 30° giorno e recepirle/respingerle in sede di approvazione del progetto definitivo oppure è opportuno attendere 30 giorni poi adeguare, se del caso, il progetto alle osservazioni pervenute quindi approvarlo?
Questa amministrazione deve procedere all'ampliamento di una strada provinciale, il cui progetto, non previsto nello strumento urbanistico comunale, prevede modeste modifiche al tracciato già esistente, rimanendo inalterate le destinazioni d'uso della strada rispetto alla classificazione di cui all'art. 3 del D.M. 1 aprile 1968, n. 1404, con espropriazioni che rimangono limitate all'interno della fascia di rispetto.
Attesi i presupposti di legge, si chiede se le prescrizioni di cui all'art. 12, comma 2, del D.P.R. 327/2001, possano intendersi, per estensione analogica, anche nel senso che sia possibile, fin dall'inizio, procedere all'espropriazione senza l'adozione della variante urbanistica e la preventiva apposizione dei vincoli espropriativi, dandone atto nel provvedimento dichiarativo della pubblica utilità.
Per la realizzazione di un depuratore (zona agricola E2) siamo in una situazione di necessità di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio con approvazione di un progetto preliminare non conforme alle previsioni urbanistiche.
La domanda che si pone ora è la seguente: la variante urbanistica richiesta al comune competente nel caso di esproprio ha lo stesso significato e valore di una variante al PRG richiesta per la costruzione di un’opera pubblica non in procedura espropriativa ma con trattativa privata per ottenere la disponibilità delle aree?
Considerato che la L. R. della Lombardia n. 12/05 (art. 12, c. 4), prevede la sospensione del procedimento urbanistico qualora sia attivata la procedura in oggetto (soggetto attuatore consorzio di privati), si chiede quale sia il provvedimento che conclude la procedura espropriativa ai fini della decorrenza dei termini urbanistici.
Il consorzio di privati quale autorità espropriante provvede per legge alla redazione di tutti gli adempimenti previsti dalla L.R. n. 3/09 e dal DPR 327/01 connessi alla procedura espropriativa, senza deleghe/autorizzazioni da parte della P.A..
E’ possibile avere uno schema procedimentale per l'attivazione della procedura espropriativa verso coloro che non hanno aderito allo stesso?
Questo Ente ha in scadenza i vincoli preordinati all'esproprio del Piano regolatore ed intende procedere alla reiterazione dei vincoli per la parte non ancora attuata.
Si chiede quale sia la procedura corretta alla quale si deve attenere l'Amministrazione, per reiterare detti vincoli.
Questo comune deve realizzare una fognatura con relativa vasca di prima pioggia. Parte di questa fognatura passerà su terreni inseriti nell’ambito di un piano di inquadramento operativo approvato dal Consiglio Comunale, suddiviso in 3 comparti. Volendo procedere alla costituzione di servitù, dobbiamo porre il vincolo preordinato all’esproprio? Considerato che nel PIO gli azzonamenti sono individuati nella quantità, ma la loro posizione è flessibile nel momento in cui lo stesso verrà attuato, il valore dell’indennità da corrispondere deve essere determinata con riferimento al singolo azzonamento relativo ad ogni area da acquisire o attraverso una valutazione “uno per l’altro”, cioè facendo una media dei valori e spalmandola su tutti i mq di estensione del PIO?
Il nostro comune ha in programma l'approvazione di un complesso di varianti urbanistiche delle quali alcune precedono l'apposizione ex novo del vincolo preordinato all'esproprio, altre invece la reiterazione del vincolo precedentemente apposto ma scaduto per decorrenza del termine quinquennale.In quest'ultimo caso si pone pertanto la questione dell'indennità dovuta al proprietario delle aree da assoggettare nuovamente al suddetto vincolo espropriativo, così come previsto dall'art.39 del D.P.R. n. 327/2001. La citata norma (rinviando ad una futura "organica risistemazione della materia"), non fornisce tuttavia al momento indicazioni precise in merito alla metodologia di calcolo dell'indennità in parola, limitandosi unicamente a stabilire al comma 1 che la stessa dovrà essere commisurata al danno effettivamente prodotto, lasciando indeterminate diverse problematiche.In particolare, in assenza di uno specifico intervento del legislatore in materia, quali potrebbero essere i criteri estimativi più appropriati per la determinazione dell'indennità in caso di reiterazione del vincolo? Sussiste comunque l'obbligo per l'Ente di liquidare l'indennizzo indicando una somma determinata nei provvedimenti che approvano la variante, ovvero è possibile limitarsi unicamente ad una generica previsione dello stesso, visto anche il disposto del comma 2 del citato art. 39?
Con deliberazione C.C. nel .2006, conformemente al piano generale, è stata approvata definitivamente una variante al P.I.P., che comprende aree già inserite in un PIP entrato in vigore nel 1995 e scaduto nel 2005.
Si chiede se la variante ha comportato il decorso di un nuovo termine decennale di efficacia del vincolo e conseguentemente la reiterazione della dichiarazione di pubblica utilità.
L'amministrazione deve procedere all'acquisizione di uno stabile per la realizzazione di un centro lettura, con finanziamento a carico della Regione Nell'ambito dello strumento urbanistico vigente, adottato precedentemente all'intervento in argomento, tale immobile di proprietà privata, non è sottoposto al vincolo preordinato all'esproprio per la realizzazione dell'opera specifica. Può la Giunta Comunale, in assenza del vincolo all'interno del piano generale, approvare il progetto preliminare dell'opera apponendo contestualmente il vincolo preordinato all'esproprio; in caso non sia possibile, visti i termini ristretti per la spendibilità del finanziamento, può l'ente acquisire l'immobile con atto di compravendita al di fuori della procedura espropriativa, considerando anche il fatto che il prezzo di acquisto in entrambe le procedure corrisponde al valore venale dell'edificio?
In un progetto comunale, conforme al piano vigente, è prevista una rotatoria di forma circolare. Per motivi tecnici, in sede esecutiva, si rende necessario cambiare la forma da circolare ad ellittica per cui variano, anche se di poco, sedimi e destinazione aree, che in ogni modo ricadono sempre all’interno delle zone di rispetto. Come comportarsi per rendere conforme la nuova forma della rotatoria?
In attuazione dell'art. 13, comma 7, del T.U. può il decreto di esproprio essere emanato oltre i cinque anni dalla efficacia della pubblica utilità non prevedendo le disposizioni urbanistiche un termine per l'emissione del decreto di esproprio?
Vi sono disposizioni che consentono esecuzioni di piani territoriali o urbanistici, anche di settore o attuativi entro termini maggiori di quelli previsti dall'art. 13, comma 4, dello stesso T.U.?
Trattasi di intervento di pubblica utilità teso alla realizzazione di verde attrezzato in centro urbano del capoluogo. L'intervento dovrà realizzarsi in zona omogenea "verde attrezzato" definita dal PRG vigente (vedasi stralcio planimetrico di PRG allegato al presente quesito inviato via e-mail) adiacente a zona omogenea "A1" confinate con zona omogenea "E5" compreso tra due zone omogenee "B1", quest'ultime con indice fondiario 1,8 mc/mq.- L'Area, delimitata come zona omogenea "verde attrezzato" per la maggiore estensione catastalmente risulta essere pascolo cespugliato e la restante zona uliveto mentre, di fatto, è tutta uliveto. Pertanto, qual è la corretta valutazione di indennizzo da applicare: terreno non edificabile o terreno con vocazione edificatoria di zona omogenea "B1"?
Nel 2000 è stato approvato definitivamente un P.P. suddiviso in comparti territoriali e sottocomparti; ciascun comparto è regolato da proprie norme (con destinazioni d'uso, superfici lorde d'uso ecc.). Un sottocomparto vincola terreni privati ad opere di interesse pubblico. Si chiede se la durata del vincolo è di cinque anni (come sostengono i proprietari dei terreni) o di dieci?
Il quesito attiene all'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio per opere pubbliche o di pubblica utilità da realizzare da parte di concessionari che, in base alla convenzione stipulata, si impegnano a produrre i progetti preliminare, definitivo ed esecutivo delle opere pubbliche che dovranno realizzare. Come procedere, trattandosi di progetti non conformi al piano urbanistici vigente, per l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità?
A seguito dell'avvio del procedimento per l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio (variante a progetto preliminare) il proprietario contesta la regolarità dell'avviso per mancanza di uno dei caratteri essenziali previsti dall'art. 8 comma 2 c - b della Legge 7.08.1990, n. 241 (la data entro la quale, secondo i termini previsti dall'art. 2 commi 2 e 3, deve concludersi il procedimento e i rimedi esperibili in casi di inerzia dell'amministrazione).
Si chiede se la norma invocata dal proprietario, che tratta di Enti pubblici nazionali, sia applicabile anche agli enti locali quali i Comuni e le Comunità e se in materia si applichi il T.U.?
Nell'ipotesi in cui si debba procedere alla costituzione di una società di trasformazione urbana (STA) e tutte le opere da realizzare nell'ambito di intervento siano conformi al PRG, attraverso quale atto e/o strumento è possibile imporre il vincolo preordinato all'esproprio, atteso che questo non sembra sussistere?
Che cosa succede se il vincolo preordinato all'esproprio, in attuazione del quale è stato regolarmente approvato un progetto definitivo, decade prima dell'emissione del decreto di espropriazione?
Data la disapplicazione in Regione Lombardia dell'art.19 DPR 327/01 si chiede quale sia la procedura da seguire e, in particolare, qualora non si volesse ricorrere alla variante urbanistica ex art. 2 lett.a) LR 23/97 (per via dei tempi lunghi: l'approvazione del progetto dovrebbe attendere l'esecutività della variante) se si possa approvare contestualmente variante e progetto con riferimento alla LR 70/83 artt.50-51 e, in questo caso, con quali passaggi formali tenendo presente che la finalità è quella di arrivare all'esproprio formalmente corretto dell'area.
Per un opera interrata (condotta sotterranea) é sempre necessario predisporre la variante urbanistica?