Nell'ambito di una procedura di esproprio ai sensi dell'art 22 bis, una proprietà ci contesta il metodo di calcolo della indennità di occupazione dovuto ai sensi dell'art 50 coma 1. L'Ente ha deciso di erogare l'indennità di occupazione calcolata sul VAM iniziale e superficie da progetto, definiti in fase di acconto dell'80%. Il periodo di riferimento decorre dalla data di occupazione d'urgenza fino alla data di emanazione del provvedimento di calcolo del saldo.
L'Ente ha scelto il metodo di calcolo meno esoso ma che comunque, a nostro avviso, rispetta quanto prescritto dalla norma “è dovuta al proprietario una indennità per ogni anno pari ad un dodicesimo di quanto sarebbe dovuto nel caso di esproprio dell'area e, per ogni mese o frazione di mese, una indennità pari ad un dodicesimo di quella annua”.
L’interpretazione è corretta ?
Dobbiamo riconoscere all'affittuario agricolo di un area in esproprio parziale l'indennità aggiuntiva di cui all'art. 42 DPR 327/2001. L'area in esproprio è maggiore dell'area effettivamente coltivata, per la presenza di un fosso di irrigazione, di un’area di scarpata, di zona arida posta tra la sede stradale e l'area effettivamente coltivata. Per semplificare facciamo esempio numerico: area in esproprio come da particellare mq 400, area effettivamente coltivata come da rilievi tecnici e fotografici mq 100. Tutto il mappale (chiaramente comprendente anche la parte non in esproprio, che rimane coltivabile), è comunque inserito nel contratto di affitto agrario.
L'indennità va quindi riconosciuta solo sull'area effettivamente coltivata (VAM x 100) oppure su tutta la superficie in esproprio (VAM x 400).
Nell’ambito di una procedura di esproprio avviata ai sensi dell’art 22 bis, vi si trova a dover corrispondere le indennità per cessione volontaria di aree edificabili.
Premesso che le aree edificabili sono valutate al valore di mercato, vi si chiede se possono trovare applicazioni anche in casi di non abbattimento del 25% per interventi di riforma economico-sociale, il combinato disposto dell’art 45 comma 2 lettera a) con l’art 37 comma 2, ovvero se in caso di accordo di cessione del bene sia necessario corrispondere, ordinariamente, il 10%. Questa lettura, a nostro avviso, snatura l'art. 37, che prevede la maggiorazione ove si tratti di aree edificabili espropriate per interventi di riforma economico -sociale, con abbattimento del 25% (nel nostro Ente tale abbattimento non è mai stato applicato). Tale maggiorazione, ancor più con la stima pari al valore venale, fa sì che venga indennizzata una cifra superiore al valore di mercato.
Nell'ambito di una procedura di esproprio un fittavolo di terreno agricolo, coinvolto nella procedura ablativa, contesta all'Ente il riconoscimento dei "frutti pendenti" dovuti al mancato reddito causato dall’inaccessibilità al fondo residuo coltivato. Il danno all’azienda agricola è stato causato da una variante in corso d’opera della nuova Strada Provinciale che ha modificato il tracciato della strada laterale di accesso ai fondi, spostando la strada poderale sull’altro lato della costruenda strada provinciale impedendo, di fatto, al soggetto coinvolto, l’accesso e la conduzione del proprio fondo.
Premesso che il proprietario del fondo ha chiesto legittimamente il riconoscimento del deprezzamento per la porzione residua, può trovare applicazione il riconoscimento al fittavolo della sola indennità VAM anche sulla parte residua come ristoro per il “danno” causato da una errata valutazione progettuale?
Devo determinare il valore di terreni, urbanisticamente ed effettivamente agricoli, ma ubicati in una zona periurbana. E’ possibile considerare che detti terreni, alla luce della sentenza Corte Costituzionale n. 181/2011, in un futuro più o meno lontano possono diventare edificabili?
Come determinare l’indennità dovuta per l’occupazione, preordinata all’espropriazione, effettuata a seguito dell’esecuzione del decreto previsto dall’art. 22bis del T.U.E.? Può essere calcolata, per ogni anno, pari ad un dodicesimo sull’indennità definitiva di espropriazione, determinata dopo l’emissione del decreto di espropriazione?
Un coltivatore diretto, richiede l’indennità aggiuntiva in oggetto, sostenendo che il T.U. 327/2001 non ha dato chiara definizione del coltivatore diretto ai fini espropriativi e quindi, in virtù del nostro ordinamento giuridico, nel caso in cui la norma speciale nulla preveda, vige la norma generale che è il codice civile.
Questo concetto è riassunto dalla massima di seguito riportata:
“In tema di espropriazione per pubblica utilità, ai fini del riconoscimento dell’indennità aggiuntiva di cui all’articolo 17 L. 865/71 (ora diventato 40 e 42 del T.U.) l’elemento qualificante della coltivazione diretta del fondo va ravvisato in quello che emerge dagli articoli 2083, 2135 e 2751 bis c.c. trascurando le numerose altre definizioni, tutte a carattere settoriale. Tale elemento pertanto sussiste in tutte quelle ipotesi in cui la coltivazione del fondo da parte del titolare avviene con prevalenza del lavoro proprio e di persone della sua occorrente per la lavorazione del fondo e forza lavoro riferibile al titolare ed ai membri della sua famiglia, a prescindere dall’apporto di mezzi meccanici, e distinguendosi in tal modo il coltivatore diretto dalla figura dell’imprenditore agricolo, cioè di colui che esercita la coltivazione e produzione agricola con prevalenza del fattore capitale su quello lavoro e con impegno prevalente di mano d’opera subordinata. Cassazione civile. 17714/2002”.
Pertanto, il coltivatore diretto, svolgendo un’attività imprenditoriale da cui ricava un reddito più elevato rispetto al reddito del lavoro agricolo, si rifiuta di sottoscrivere la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà (come predisposta nel sito), sostenendo che sia sufficiente la qualifica di coltivatore diretto ai fini della corresponsione dell’indennità aggiuntiva (documenti rilasciati dalla ditta disponibili-qualifica di coltivatore diretto rilasciata dalla Direzione Centrale Risorse Rurali della Regione).
Si richiede autorevole parere in merito.
Alla luce della sentenza n. 181/2011, che ha dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 40, commi 2 e 3, del T.U.E. 327/2011, si chiede se sono ancora applicabili ed eventualmente in quali casi, le maggiorazioni previste dall’art. 45 dello stesso T.U.E. (triplicazione del VAM per proprietari coltivatori diretti o aumento del 50% per gli altri proprietari.
Su un terreno coltivato (area non edificabile) è stato apposto il vincolo preordinato all'esproprio a seguito di notifica pervenuta al proprietario del bene medesimo (progetto per la realizzazione di opera di interesse pubblico - strada di circonvallazione). La notifica al proprietario è arrivata quasi cinque anni fa, nel giugno 2007. Il proprietario, non coltivatore ne imprenditore agricolo, ha affittato il bene in oggetto ad un coltivatore da circa un anno, nel 2011, e si trova adesso nella necessità di dover vendere il fondo. Chi acquisterà il terreno, anch'esso non coltivatore, vorrebbe mantenere il contratto di affitto con chi già lavorava il terreno stesso. In questo caso spetterà l'indennità aggiuntiva al coltivatore del fondo nel momento in cui il bene verrà acquisito dall'Ente per la realizzazione dell'opera pubblica?
Può applicarsi la riduzione del 25%, prevista dall'art. 37 comma 1 del D.P.R. 327/2001 e s.m., agli interventi previsti dall'O.P.C.M. n°3702/08 "Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare l'emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nell'asse autostradale Corridoio V dell'autostrada A4 ecc. e s.m. e interventi ad esso collegati. In merito bisogna tenere presente che:
- Le opere previste dall'OPCM sono iniziative di carattere urgente da assumere per il superamento dell'emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita.
-La soluzione delle problematiche attinenti la gravissima congestione che interessa l'asse autostradale Corridoio V dell'autostrada A4, vista l'esigenza di un miglioramento significativo e rapido della situazione in atto al fine di favorire il ripristino delle normali condizioni di vita, comporta la necessità di provvedere anche all'esecuzione di opere viarie idonee a decongestionare il traffico automobilistico e dei mezzi pesanti nel tratto interessato.
- Inoltre si pone l'obiettivo di contribuire a riformare il sistema della viabilità regionale con fluidificazione dell'arteria e potenziamento della stessa dal punto di vista trasportistico per migliorare le condizioni sociali ed economiche del territorio interessato.
Le aree ricadenti nel vincolo di rispetto stradale, poste fuori dai centri abitati sono da considerare, ai fini espropriativi, sempre inedificabili, ma non sempre indennizzabili a valore agricolo.
Nel caso di un asservimento di un'area al fittavolo viene corrisposta l'indennità di coltivazione (sebbene non vi sia l'abbandono dell'area)solo dell'area oggetto di asservimento e non di occupazione temporanea.
I lavori per una serie di complicanze durano tre anni (!!). Al fittavolo devono essere riconosciute, oltre all'indennità di coltivazione, anche indennità aggiuntive per il mancato raccolto ? Con quali modalità?
Abbiamo emesso il decreto di occupazione ex art. 22bis: come coordinare il disposto di cui al comma 5 con gli interessi legali richiamati da comma 6 del precedente articolo 20?
Questo ente deve realizzare una cassa di espansione, pertanto deve calcolare le giuste indennità di esproprio e di asservimento spettanti alle ditte proprietarie dei terreni interessati dai lavori.
1) Caso di una comproprietà formata da n° 3 persone, due figli ed una mamma:
La mamma è usufruttuaria ed i figli sono nudi proprietari; Un figlio inoltre è un I.A.P. (imprenditore agricolo professionale) che conduce in affitto dall’usufruttuaria i terreni dell’intera comproprietà. In questo caso quali maggiorazioni spettano?
2) Caso di servitù di allagamento: alla sopracitata ditta spetta la triplicazione della indennità di servitù come per l’indennità di esproprio?
3) Nel caso di un proprietario pensionato ed allo stesso tempo coltivatore diretto spetta comunque la triplicazione dell’indennità nonostante la pensione costituisca la principale fonte di reddito ?
4) Nel caso di un proprietario che ricava la sua unica fonte di reddito dai terreni oggetto di esproprio, ma non risulta essere iscritto né come I.A.P. né come coltivatore diretto; spetta comunque la triplicazione dell’indennità? Se spetta, quali documenti devono essere richiesti per soddisfare i requisiti di accettazione della richiesta?
Dovendo realizzare l'ampliamento di un cimitero è stato variato il PRG prevedendone l'ampliamento e apponendo il vincolo preordinato all'esproprio sulle aree interessate dall'intervento.
In fase di approvazione del progetto definitivo è stato avviato il procedimento alla ditta proprietaria dei terreni oggetto di esproprio, per i quali nel piano particellare è stato indicato un valore di indennizzo ai sensi dell'art. 40 del TU ( prima della variante era zona agricola). La controparte ha segnalato la vocazione edificatoria dei terreni in quanto gli adiacenti risultano tutti edificabili (residenziali o artiginali). E' corretto procedere con la proposta di indennizzo ai sensi dell'art.40?
Questo ente deve procedere all’espropriazione, per la realizzazione di servizi pubblici, di alcuni terreni ricadenti in zona S (aree riservate a servizi sociali comprendenti attrezzature pubbliche e di uso pubblico) e in zona G (parti del territorio destinate ad edifici, impianti, pubblici e privati riservati a servizi di interesse generale).
Si richiede se i terreni ricadenti in zona S devono essere valutati come un'aree non edificabile e quindi col valore agricolo medio e, per i per i terreni in zona G (comunque edificabili), quale metodologia applicare per la determinazione del valore di esproprio e, in particolare, del valore venale da applicare, considerato che non si può fare riferimento a valori di mercato rilevabili nella zona.
Per un terreno agricolo soggetto ad esproprio è previsto secondo il VAM un indennizzo di €/mq 1,05 che previa accettazione da parte del proprietario (non coltivatore diretto) viene aumentato del 50%. Si chiede se è possibile prima della determinazione dell’indennità espropriativa convenire con la ditta esproprianda la cessione dell’immobile per una somma maggiore ed eventualmente fino a che importo si può arrivare.
Sto seguendo le procedure espropriative per la realizzazione di una nuova strada, e tra i vari terreni, si attraversa anche alcune particelle coltivate a vigneto.
L'indennità di esproprio viene calcolata per tutto l'ingombro della carreggiata, le scarpate e i fossi di scolo laterali, ma siccome si taglia in diagonale parecchi filari di vigneto, bisogna indennizzare in qualche modo le nuove aree di manovra che i proprietari saranno costretti a lasciare parallelamente alla strada e che necessariamente richiedono l’estirpazione del vigneto.
Il mio primo pensiero, poiché tali aree non produrranno uva ma non potranno esser comunque destinate a qualche coltura a seminativo, è stato quello di pagare un'indennità pari alla differenza tra il valore attuale (vigneto) ed il valore che comunque rimane al terreno (seminativo), ma volevo un supporto in tal senso.
Sono in corso le trattative per gli espropri delle aree necessarie alla realizzazione di un ponte
Alcuni proprietari non sono interessati direttamente dalla procedura espropriativa in quanto il piano particellare non prevedeva l'occupazione della loro area catastale, tuttavia riscontriamo un impatto derivante dalla realizzazione del rilevato stradale posto a confine degli stessi.
Quale criterio occorre adottare al fine di calcolare l'eventuale danno derivante dall'opera per quelle aree che sono poste nelle sue vicinanze?
Art. 40 comma 4, DPR n. 327/2001 (T.U.E.): a quali soggetti deve essere riconosciuta (in considerazione delle maggiorazioni previste dall'art. 45) l'indennità aggiuntiva?
Per espropriazione di terreni è stato notificato il decreto ai sensi dell’art. 22 bis del T.U. E. sugli espropri.
Successivamente alla data di immissione in possesso delle aree interessate, entro i 30 gg. prescritti, i proprietari hanno dichiarato di non accettare l’indennità provvisoria offerta, intendendo avvalersi del procedimento previsto dall’art.21 del T.U.E. ai fini della determinazione definitiva dell’indennità di esproprio designando un tecnico di fiducia.
L'Amministrazione ha quindi indicato un proprio tecnico provvedendo a costituire il collegio peritale. I tecnici incaricati hanno trasmesso la relazione di stima e la ditta proprietaria nel prendere atto delle risultanze ha accettato l’indennità base d’esproprio quantificata richiedendo tuttavia che il computo dell’importo dell’indennità di occupazione si estendesse dalla data di immissione in possesso sino alla data di consegna della suddetta relazione, non ritenendo imputabile a quest’ultima il ritardo accumulatosi, contrariamente a quanto invece fissato dai tecnici che hanno computato soltanto il periodo compreso tra la data di immissione in possesso e la data di consegna prevista della relazione di stima all’Amm.ne. Per quanto sopra esposto si chiede se è corretto il computo effettuato dai tecnici incaricati e in quale misura si può accogliere la richiesta della ditta esproprianda ai fini di evitare un eventuale contenzioso.
In caso del passaggio di un'opera pubblica (autostrada) a poche decine di metri da un fabbricato per civile abitazione al proprietario spetta oltre all'indennizzo per i soli terreni (agricoli) soggetti ad espropriazione. anche un indennizzo per il deprezzamento del fabbricato?
In caso positivo, in forza di quale disposizioni di legge ed in quale misura dovrebbe essere calcolata?
Personalmente ho sempre sostenuto di no. Infatti, ad esempio, se l'esproprio riguarda una particella di terreni identificati con la particella A appartenenti a Tizio, (ricadente nel piano di esproprio) il proprietario della particella B (appartenente a Caio) e costituente un fabbricato, distante pochi metri ma non interessato dall'espropriazione, ritengo che non potrebbe vantare alcun diritto.
Esiste giurisprudenza in merito?
Il nostro comune in un ambito agricolo ha previsto la realizzazione di un impianto del ciclo integrato dei rifiuti in un’area appositamente dedicata dal PRG, le cui norme di attuazione a riguardo hanno inserito un apposito articolo con classificazione di “un impianto di raccolta e smaltimento rifiuti urbani”. Nel suddetto articolo si demanda esclusivamente all’Amministrazione Comunale o ad altri Enti istituzionalmente competenti la realizzazione e si rimanda per i riferimenti per la redazione del progetto dell’opera alle norme della zona F1.
In detta area al servizio dell’impianto è previsto un capannone per deposito e ricezione.
E’ corretta la previsione dell’indennizzo ai proprietari dell’area determinato in base al criterio del valore agricolo ai sensi dell’art. 40 del T.U.?
In ambito dell'art. 22bis, le accetazioni di una indennità di espropriazione per area agricola od extra-agricola si possono accettare sino al momento del trasferimento della proprietà, oppure vi sono delle distinzioni tra le due tipologie di indennità? Ed ancora, escludendo coloro i quali abbiano richiesto la rideterminazione, si può considerare esaurito ogni diritto per i proprietari che non abbiano accettato entro il termine dei 30 giorni, ai sensi art. 20 comma 5?
In ambito dell'art. 22bis, le accettazioni di una indennità di espropriazione per area agricola od extra-agricola si possono accettare sino al momento del trasferimento della proprietà, oppure vi sono delle distinzioni tra le due tipologie di indennità? Ed ancora, escludendo coloro i quali abbiano richiesto la rideterminazione, si può considerare esaurito ogni diritto per i proprietari che non abbiano accettato entro il termine dei 30 giorni, ai sensi art. 20 comma 5?
L’Azienda Agricola XXX, in data 06.02.2009, attraverso il proprio legale, ha presentato richiesta di corresponsione dell’indennità di coltivazione delle aree costituenti il Piano per Insediamenti Produttivi, comparto C6.
Si fa presente quanto segue:
- con deliberazione di Giunta Comunale del 25.10.2005 è stato approvato definitivamente il Piano per Insediamenti Produttivi, comparti C6 e C7;
- in data 02.02.2006, è stata data comunicazione ai proprietari catastali delle aree costituenti il PIP - C6 della dichiarazione di pubblica avvenuta con la sopraccitata deliberazione;
- in data 10.04.2006, è stata avviata la procedura per l’espropriazione delle aree;
- i proprietari catastali si sono resi disponibili alla cessione bonaria delle aree, accolta con deliberazione di Giunta Comunale del 18.07.2006;
- in data 17 maggio 2007, con atto notarile le aree sono state formalmente cedute al Comune;
- i proprietari catastali hanno stipulato con l’Azienda Agricola per gli anni 2005, 2006 contratti di affittanza relativi ai mappali interessati dalla procedura espropriativa;
- detti mappali non sono stati inseriti nel contratto di affittanza valevole per l’anno 2007, regolarmente sottoscritto tra le parti.
L’indennità di coltivazione non è stata erogata al conduttore dei terreni in quanto al momento della cessione non erano oggetto di contratto agrario di affittanza, e non risultavano colture in atto.
Si chiede se il titolo per l’erogazione dell’indennità di coltivazione è la vigenza di contratto di affitto alla data della dichiarazione di pubblica utilità oppure la validità di contratto di affittanza alla data della formale acquisizione del terreno? E conseguentemente se sussistono elementi per corrispondere l’indennità di coltivazione, pur essendo concluso da due anni il procedimento di assegnazione delle aree.
Il nostro comune deve realizzare un impianto sportivo comunale in aree destinate dal vigente PRG a servizi pubblici. Trattasi di una destinazione normata dall’art. 35 delle NTA, in attuazione dell’art. 22 della legge regionale della Lombardia n. 51/1975 e dal D.M. n. 1444/1968.
Sono queste equiparabili alle zone omogenee F e indennizzabili, poiché inedificabili, ai sensi dell’art. 40 del T.U.?
La parametrazione tra indennità di espropriazione e valore determinato ai fini del pagamento dell’imposta ICI sulle aree edificabili non ha luogo nei comuni che hanno approvato il regolamento di cui all’art. 59 del D.Lgs. n. 446/1997
L'Ufficio Espropri del nostro ente chiede, per rispondere ad un’osservazione fatta dal proprietario, se è corretto il valore venale attribuito al terreno, ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione, calcolato tenendo in considerazione il valore aree edificabili determinato per il calcolo ICI dal Consiglio Comunale per l'anno 2007, abbattuto del 25%
Come comportarsi in caso di richieste, da parte di espropriati, che invocano le Norme Comunitarie per quanto attiene l'espropriazione? e principalmente come determinare l’indennità?
A quali interventi di esproprio può applicarsi la riduzione del 25%, prevista dall’art. 37, comma 1, del DPR n. 327/2001 (come modificato dal comma 89 dell’art. 2 della legge n. 244/2007) per interventi di riforma economico- sociale?
Quest’ente deve indennizzare un'area, in zona D, ricadente all'interno della fascia di rispetto di una strada esistente. Come determinare il requisito di edificabilità e l’indennità?
Esiste una comproprietà di un'area tra due coniugi: (prop.A per ½ e /prop.B per 1/2)
Il proprietario A dichiara di essere proprietario coltivatore per la sua quota:
Il propietario B dichiara di non coltivare detto fondo, pur accettando l'indennità: Il proprietario A dichiara di coltivare senza un regolare contratto l'area del proprietario B (la moglie). Ha diritto all'indennità quale fittavolo?
Si può pagare l'indennità fittavolo in presenza di un contratto solo verbale?
Il P.RG del nostro comune è entrato in vigore nel 2001, pertanto i vincolo preordinati all’esproprio sono decaduti..
Una ditta proprietaria di vari appezzamenti di terreno ha richiesto il pagamento dell’indennità di reiterazione del vincolo espropriativo sia per aree destinate alla realizzazione dell’opera, sia per alcune aree di proprietà soggette a vincolo di inedificabilità assoluta poichè rientranti nella fascia di rispetto di mt. 100 attorno all’area di sedime del depuratore.
Le aree si trovano in zona agricola e sono attualmente coltivate ad agrumeto, con annessi fabbricati rurali.
Risulta plausibile tale richiesta? Secondo quali motivazioni è possibile rigettare la domanda?
La stima delle aree edificabili comporta valutazioni anche relative alla condizione di area urbanizzata e non urbanizzata. L'orientamento giurisprudenziale prevede che un'area è urbanizzata dal momento in cui in un piano attuativo è approvata la convenzione urbanistica?
Come si valuta l’urbanizzazione di terreni compresi in un piano attuativo? Ho un dubbio estimativo relativo ad un'area in cui non esistono materialmente opere di urbanizzazione pur considerata edificabile ai sensi del PRG vigente.
Quest’ente deve realizzare una nuova rotatoria che interessa una porzione di area privata, attualmente utilizzata a verde. La restante parte è utilizzata come parcheggio di autovetture per l'esercizio di un ristorante.
Il PRG comunale ha così suddiviso: l'intera proprietà: "Servizi privati ad uso pubblico" per il ristorante ed il parcheggio; "Fascia di ambientazione stradale") per l’area oggetto di esproprio.
Qual è il criterio corretto per il calcolo dell'indennizzo?
Il Comune intende realizzare un parcheggio pubblico su un'area privata sulla quale insiste un fabbricato di civile abitazione con sottostante locale commerciale.
Il proprietario dell'immobile ha firmato la cessione bonaria al fine di cedere al Comune la proprietà Il Comune nel frattempo, trattandosi di un’opera non conforme alla strumento urbanistico, ha predisposto, adottato e approvato la Variante per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio.
L'immobile oggetto della cessione ha un locale commerciale locato.
Si chiede:
a) l’affittuario del locale commerciale ha diritto all'indennità? e se si, come si calcola?
b) apposto il vincolo preordinato all'esproprio, come procedere per la dichiarare la pubblica utilità dell'opera, qualora non sia stato ancora fatto il progetto del realizzando parcheggio che l'Amministrazione vorrebbe predisporre solo per l'affidamento della gara di appalto?
c) poiché l'Amministrazione non vorrebbe stipulare l'atto dal Notaio per motivi di tipo economico, ma intenderebbe procedere con il decreto di esproprio, quale sarebbe la procedura più consona al fine di addivenire alla conclusione della procedura espropriativa?
Dobbiamo procedere ad offrire un'indennità provvisoria di esproprio ai sensi dell'art.22 bis per degli immobili ricadenti in zona A del P.R.G., che in un caso hanno perso la capacità edificatoria (castatalmente fabbricato e corte) e nell'altro vengono valutati dal progettista come "terreno non effettivamente coltivato”con indennità commisurata al valore agricolo medio corrispondente alla coltura prevalente" (catastalmente orto). Tale stima indicata e descritta nel piano particellare approvato dagli organi competenti può essere ritenuta valida in fase di offerta dell'indennità provvisoria (dopo aver applicato la formula prevista all'art.37 comma 1)?
In caso di accettazione, nel caso di terreno commisurato ad agricolo, le maggiorazioni da riconoscere sono quelle ai sensi dell'art.45 senza la riduzione del 40% oppure come agricolo e perciò + 50% o + 200%?
Con la pubblicazione dell'ordinanza di pagamento diretto delle indennità accettate, un soggetto diverso dal proprietario, in qualità di imprenditore agricolo ha chiesto l'indennità di coltivazione del fondo(coltivato a mais),in quanto costretto ad abbandonare totalmente l'area coltivata da più di un anno dalla dichiarazione della pubblica utilità dell'opera.
L'indennità da corrispondere è quella prevista dal comma 2 dell'art. 42 del T.U.? se si è quella aumentata del 50% spettante al proprietario che l'ha accettata? Inoltre siccome il proprietario è stato espropriato parzialmente, mentre chi coltiva il fondo ha perso totalmente la possibilità di coltivazione, l'eventuale indennità viene conteggiata sulla parte effettivamente espropriata o sull'intero?
A seguito di una sentenza, oltre alla liquidazione dell'indennità/capitale rivalutata, la corte ha statuito " "gli appellanti hanno diritto agli interessi legali sugli importi in precedenza indicati, calcolati anno per anno sulla somma via via rivalutata fino al momento della liquidazione e indi fino al soddisfo".
Ai fini della liquidazione si chiede come conteggiare tali interessi.
Dovendo questo Ente procedere alla realizzazione di intervento pubblico inerente alla realizzazione di area a verde attrezzato nel centro urbano di una frazione ed essendo tale area di proprietà privata definita dal vigente P.R.G. "Area Pubblica per verde attrezzato" racchiusa per due lati da Zona Omogenea "B2" e dal restante lato da Zona Omogenea "E4" (zona agricola), si richiede con quali criteri deve essere determinata l'indennità da corrispondere ai proprietari, tenendo presente che gli stessi sono disposti ad un accordo bonario
Dati urbanistici della zona “B2” sono i seguenti:
Zona Omogenea "B2" : Zona Urbana delle frazioni collinari = Indice di fabbricazione fondiario 1,0 Mc/mq.
Il proprietario, coltivatore diretto di aree edificabili, ha chiesto l'indennità aggiuntiva di coltivazione per un terreno catastalmente classificato come orto irr., di fatto coltivato a frumento (seminativo). L'indennità, dovuta ai sensi dell'art. 37 – comma 9, deve calcolarsi pari al valore VAM per seminativo?
Ha altresì richiesto, trattandosi di cessione volontaria, l'aumento del 50% previsto dall'art. 45 -comma 2 - lettera c, che a mio parere non è dovuto.
Quest'ente deve espropriare aree con destinazione urbanistica Z - Zona per attrezzatura comprensoriale eliportuale - per la realizzazione di un eliporto. La zona è prospicente ad una strada comunale di ml 3.5 di larghezza ed è servita dall'acquedotto e dall'illuminazione pubblica. Le aree limitrofe a quella da espropriare hanno tutte destinazione urbanistica E3 - Zona ambientale di uso agricolo ed in tale zona, in relazione alla sua particolare natura e collocazione, è istituito un vincolo "non aedificandi”. Inoltre, in relazione al suo uso agricolo ed a quanto disposto delle norme tecniche relative a tale zona le aree sono utilizzabili per il computo degli indici previsti per le zone agricole.
Ai fini della valutazione dell'indennità di esproprio, pur non sussistendo il requisito della edificabilità legale, si deve tenere conto della possibilità edificatoria prevista per i terreni agricoli?
Come fare a stimare un comodato gratuito di un'area agricola ed una servitù per passaggio di fognatura?
Questa Amministrazione Comunale ha in programma la realizzazione di un centro intermodale passeggeri (autostazione collegata con stazione ferroviaria).
L'area interessata dall'intervento è classificata nel P.R.G. come zona S (servizi ed attrezzature urbane e comprensoriali) comprendente la parte del territorio comunale destinata a servizi ed attrezzature pubbliche e di uso pubblico, esistenti e di progetto).
Come definire il requisito di edificabilità dei terreni ai fini della determinazione dell'indennità di esproprio?
Si chiede inoltre un esempio pratico del calcolo dell'indennità in questione.
In questo Comune di recente è entrata in vigore una variante al P.R.G., con la quale è prevista, in un area precedentemente agricola e adiacenza a quella già esistente, un'area destinata al P.I.P. Come deve essere calcolata l'indennità da corrispondere? Si deve tener conto dell'indennità corrisposta per l'acquisizione delle altre aree adiacenti?
Come indennizzare un terreno, da espropriare per l'ampliamento di una strada esistente, pertinenza di un fabbricato urbano? Si applicano criteri di cui all'art. 37, relativi ai terreni, oppure l'art. 38, trattandosi di esproprio parziale di un fabbricato?
Come indennizzare un comodato gratuito od un usufrutto di un'area agricola ?
Come determinare l'indennità di asservimento per passaggio di fognatura?
Per la predisposizione del Decreto di esproprio, l'indennita di occupazione deve essere computata sino alla data di deposito delle somme presso la CC.DD.PP. o fino alla data di esecuzione del Decreto stesso?