Per la realizzazione di un parco eolico, ex art 12 dlgs 287/2003, occorre procedere all'espropriazione delle aree sulle quali verrà realizzato l'intervento. Nel frattempo è scaduta la dichiarazione di pubblica utilità e la stessa è stata prorogata per due anni. La regione ha autorizzato la società alla notifica della proroga. Di fatto, a mente dell'art. 17 dpr 327/2001, la notifica va fatta personalmente ai proprietari con raccomandata. Nel caso non si riesca a reperire l'indirizzo di molti degli intestatari catastali, in quanto la visura catastale del mappale interessato, riporta solamente il nome e cognome dell'intestatario ma non il codice fiscale nè la data e luogo di nascita, come procedere?
In caso di occupazione temporanea è possibile restituire le aree al proprietario mediante la firma del verbale di due testimoni? Qualora un proprietario non sottoscriva tale verbale spesso dipende da lavori di ripristino mal eseguiti dalle imprese appaltatrici o occupazioni di cantiere aggiuntive rispetto a quelle messe nella disponibilità delle imprese. A volte i proprietari sottoscrivono la restituzione ma scrivono una serie di osservazioni relativamente ripristini mal eseguiti. Quale è il limite tra indennizzo espropriativo/servitù e indennizzi per lavorazioni/ripristini mal eseguiti ? E' tutto a carico dell'azienda e dell'ufficio espropriazioni o si può dividere l'attività delle imprese e gestirla in separata sede come contenzioso legale ? Grazie.
Ai sensi dell'art 21 abbiamo fatto ricorso alla terna arbitrale con la nomina dei tre tecnici, tra cui quello designato dal proprietario, quello di ns. fiducia e quello designato dal tribunale.
La relazione dei tre tecnici approvata a maggioranza (non condivisa dal tecnico del proprietario) ha in pratica determinato un’indennità definitiva di poco differente (anche se con modalità di calcolo diverse) : circa 5.200 euro invece dei 4.900 offerti (+ una serie di lavori migliorativi che abbiamo già eseguito poiché i lavori sono già stati effettuati e le aree restituite mediante l'occupazione d'urgenza). La ditta proprietaria ha fatto ricorso al Tribunale. Come comportarci per il pagamento delle spese peritali? Avevamo proposto al proprietario di pagare noi al 100% il ns. tecnico, che loro pagassero al 100% il loro, e al 50% il tecnico del tribunale. Non hanno risposto ma proceduto al ricorso. Ora il tecnico del Tribunale - ma non mi pare molto ferrato nella materia- dice che noi come autorità espropriante dovremmo pagare tutte e tre le parcelle al 100% ed eventualmente rivalerci sulla indennità (che dobbiamo ancora depositare). Ma a parte che la somma delle parcelle è quasi identica all'indennizzo, è una modalità corretta o dobbiamo procedere al pagamento del solo 50%?
Prevedo di non riuscire ad emanare il decreto di espropriazione entro il termine di cinque anni dalla data di dichiarazione della pubblica utilità. Come posso procedere?
Avrei bisogno di un chiarimento in merito ad una procedura espropriativa per un progetto di estensione per 20 km di rete dichiarato di pubblica emergenza. Si vuole procedere per l'approvazione del P.D. ad una Conferenza dei Servizi decisoria per reperire tutti i nulla osta necessari. Il progetto interessa però centinaia di particelle private. Si vuole procedere con la procedura Occupazione d’urgenza preordinata all’espropriazione” procedendo all’ Emissione del Decreto di Occupazione temporanea, art 49e Decreto di determinazione, in via provvisoria dell’indennità di asservimento e che dispone l’occupazione anticipata dei beni necessari ai sensi dell’ art 22 bis comma 1 con contestuale comunicazione della avvenuta dichiarazione di P.U. Per quanto riguarda l'avvio del procedimento, una volta depositato il P.D., possiamo procedere alle comunicazioni ai privati (pubblicazione sul giornale locale sufficiente o è meglio anche invio raccomandate?)e come interfacciare tale procedimento con la Conferenza dei Servizi che approva il PD e dichiara la P.U. ? Potrebbe essere corretto avviare prima della convocazione del CdS la procedura espropriativa (asservimento) con le comunicazioni e in sede di CdS inviare le osservazioni e le ns. controosservazioni al fine dell'approvazione in sede di CdS del P.D. e della dichiarazione di P.U. ?
Come realizzare opere di particolare urgenza? E’ sempre necessario procedere alla preventiva dichiarazione della pubblica utilità dell’opera? Per opere dichiarabili di emergenza possiamo applicare l'art 49, comma 5? Come poi procedere dopo l'occupazione temporanea delle aree con la procedura di asservimento-esproprio?
Come interpretare il termine di cui al comma 2 dell’articolo 32 T.U.E., relativo a migliorie apportate sul beni in esproprio non indennizzabili e quale rapporto c’è tra tale termine e il termine previsto dal successivo art. 42 per il riconoscimenti dell’indennità di coltivazione a conduttori coltivatori diretti o IAP?
TRATTASI DI UNA STRADA COMUNALE CON INTERSEZIONE CON STRADA PROVINCIALE. UN PRIVATO SI E' OFFERTO A SUE SPESE DI REDIGERE IL PROGETTO PRELIMINARE, DEFINITIVO, L'ESPROPRIAZIONE DELLE AREE, PAGAMENTO INDENNITA' E LA REALIZZAZIONE DI OPERE DI ADEGUAMENTO DELLO SVINCOLO IN INTERSEZIONE CON LA STRADA PROVINCIALE E L'ALLARGAMENTO DELLA SEDE STRADALE DOVE NECESSARIO.
L'ITER E' CORRETTO SE IL P.P. LO APPROVA LA GIUNTA COMUNALE, IL P.D. E IL PIANO PARTICELLARE LO APPROVA IL CONSIGLIO COMUNALE E QUINDI LA DICHIARAZIONE DELLA PUBBLICA UTILITA', PER CUI SUCCESSIVAMENTE, NON RICORDO L'ART., CONCEDERE AL PRIVATO DI PROCEDERE CON LA ESPROPRIAZIONE E LA REALIZZAZIONE DElLE OPERE PREVISTE PER CONTO DEL COMUNE?
In merito all'avvio della procedura di una acquisizione sanate di un terreno ove anni fa fu realizzata una centrale acquedotto ora in gestione alla ns. azienda per la realizzazione di un ampliamento su questo terreno di proprietà privata i proprietari risultano irreperibili.
E' necessario effettuare una approfondita ricerca in conservatoria per verificare tutti i passaggi di proprietà ?
Dove inviare le comunicazioni nel caso appunto non sia stato reperito nessun nominativo esistente ? Albo Pretorio del comune ? Pubblicazione giornali ? L'indennità stimata va depositata alla Casa depositi e Prestiti ? Per quanto tempo ?
In una procedura espropriativa in corso (trattasi di piccola servitù per posa condotta) un proprietario correttamente avvisato dell'avvio del procedimento, spiegato il progetto nella sede comunale con progettista , insiste ancora per avere copia di tutto il progetto (forse per farlo visionare a qualche suo tecnico) . Ci sembra una richiesta assolutamente assurda, come rispondere ?
Premesso che nella procedura espropriativa l'indennità di coltivazione (pari al Vam), dovuta al proprietario coltivatore diretto o al fittavolo, va corrisposta oltre all'indennità di esproprio (in aggiunta al valore di mercato) si chiede se si trattasse di una compravendita e non di un procedimento coattivo il valore da corrispondere è solo quello dell'acquisto del terreno al valore di mercato?.
Il quesito che intendiamo porre è il seguente: è stato posato anni or sono dal comune gestore e proprietario dei relativi manufatti acquedotto-fognatura, rete oggi in gestione alla ns. società, un grosso collettore fognario per il quale il comune non ha perfezionato nessun accordo scritto. Tale collettore interrato attraversa il piazzale di una importante azienda. Nei lavori di rifacimento l'azienda in questione ha manomesso e rotto tale collettore. Che è quindi da riposare a spese della ns. società. L'azienda ha responsabilità in ciò e dovrebbe risarcire i danni ? sebbene interrato il collettore è di grandi dimensioni e ha una valenza di pubblica utilità fondamentale .
Nel 1964 il Comune di xxx ha stipulato con la Proprietà di un’area, che chiameremo per brevità C.P.A., una convenzione novennale per la concessione di detta area dove era stata costruita una condotta fognaria, stabilendone i canoni.
Detta convenzione è stata poi rinnovata nel 1974, poi nel novennio 1983/1992 c’è stato silenzio/assenso, con corresponsione dei canoni, ma nel 1990 il Comune di xxx. ha richiesto a C.P.A. la cessione bonaria del terreno, a cui C.P.A. ha risposto dando la disponibilità senza però che ne seguisse alcun atto.
Nel 1996 il Comune ha richiesto l’autorizzazione ad eseguire i lavori nella medesima area, impegnandosi a stipulare nuova convenzione inclusiva di quella già stipulata , senza però che ne seguissero atti.
Nel 2003 C.P.A. inoltra al comune bozza di convenzione, a cui mai è seguita stipula.
Il nostro Ente, subentrato al Comune in qualità di concessionario, ha recentemente eseguito alcune opere presso quell’area e ora la proprietà richiede la stipula di una servitù perenne di posa e di passaggio oltre alla regolarizzazione dei canoni non corrisposti dal 1993 (ultimo anno di corresponsione) avanzando richieste economiche più che quintuplicate rispetto a quelle periziate.
Si richiede quindi un parere in merito alla possibilità di ottenere una dichiarazione di pubblica utilità successiva di decenni rispetto al primo intervento, o successiva di un anno rispetto alle ultime opere manutentive eseguite, al fine di procedere ad attivare procedimenti meno economicamente impegnativi, o nel caso in cui questo non fosse possibile, un indirizzo sulle corrette modalità di trattativa della servitù.
Dovendo procedere allo svincolo delle indennità depositate alla Cassa DD.PP., per alcune aree ed un fabbricato ricadenti in zona "D2 artigianale e industriale di interesse comunale comprensoriale P.I.P.", chiedo:
1) l'importo depositato relativo al fabbricato è soggetto alla ritenuta fiscale del 20%;
2) un mappale delle aree interessate in quanto di pertinenza del fabbricato di cui sopra come individuato al catasto terreni e Fabbricati, è soggetto alla ritenuta fiscale del 20%;
Per la realizzazione di un acquedotto si è reso necessario l'avvio del procedimento espropriativo ai fini dell'acquisizione delle aree o della costituzione delle servitù sui molti mappali interessati.
In ragione della piccola porzione di terreno asservita o ceduta e del conseguente basso importo, diversi proprietari hanno accettato la stipula di accordi di cessione volontaria a titolo gratuito.
In questi casi, essendo il titolo gratuito assimilabile a "donazione", devono essere corrisposte le imposte di registro, ipotecarie e catastali?
Si può comunque procedere con l'emissione del decreto di asservimento o si deve procedere con atto notarile?
Il quesito in questione ha per oggetto una procedura di esproprio, servitù ed occupazione temporanea, di terreni agricoli. I terreni sono stati occupati in via d’urgenza ai sensi dell’art. 22-bis e art. 49 T.U.E.
Lo specifico caso in merito al quale si richiede un parere, riguarda un affittuario IAP che conduce direttamente alcuni terreni coinvolti dalla procedura in questione.
Tale affittuario ha direttamente comunicato di non ritenere satisfattiva l’indennità a lui spettante per i terreni espropriati calcolata in base ai VAM ai sensi dell’art. 42 del TUE, in quanto non comprensiva dei danni conseguenti all’occupazione temporanea (e non anche all’esproprio ed alla servitù) e, nello specifico, quelli riferiti “ai frutti non percepiti ed al mancato raccolto”. Le suddette richieste si ritengono irricevibili poichè per quanto riguarda la perdita di produzione e le spese di ripristino, quando è stata effettuata l’immissione in possesso nessuna coltivazione era in atto, o comunque visibile.
Considerato che il proprietario ha invece dichiarato di accettare tutte le indennità proposte convenendo la cessione volontaria dei terreni si è proceduto a corrispondere al proprietario l’indennità base di esproprio, asservimento ed occupazione temporanea e d’urgenza a lui spettanti. Si precisa che l’indennità proposta al proprietario comunque non comprendeva i danni lamentati dall’affittuario.
Tutto quanto sopra premesso, siamo attualmente nelle condizioni di poter emettere il decreto di esproprio, ma non si ha ben chiara la corretta procedura da seguire, in particolare, si richiede se è necessario che prima di emettere il decreto di esproprio si provveda a depositare l’indennità ai sensi dell’art. 42 a favore dell’affittuario.
In merito ad un procedimento di acquisizione sanante siamo nella fase di deposito dell'importo da corrispondere presso la cassa Depositi e Prestiti. Sentito a tal riguardo l'ufficio ministeriale preposto ci hanno detto che dobbiamo emettere il Decreto di esproprio (registrarlo e trascriverlo) poi compilare un modulo di richiesta di deposito. Ci forniscono un numero di protocollo e procediamo al bonifico. Successivamente dovremo emettere una dichiarazione di svincolo e dichiarando se dovuta o meno la ritenuta del 20%.
La domanda è: ma il decreto di esproprio non va emesso dopo il pagamento? Nel caso di privati è da prevedere la ritenuta del 20% per lo svincolo?
Questo comune ha approvato, ai fini della dichiarazione di pubblica utilità, un progetto definitivo, conforme al piano vigente, che prevedeva una rotatoria stradale di forma circolare. Per motivi tecnici, in sede esecutiva, si sono rese necessarie alcune piccole modifiche che variano, anche se di poco, il sedime delle opere. Dovendo procedere, trattandosi di opere urgenti, all’occupazione preordinata all’esproprio , ex art. 22bis del T.U.E., ai fini di consegnare i terreni interessati dalla variante all’impresa che si è aggiudicata i lavori, come comportarsi?
Devo realizzare una condotta fognaria interrata, prevedendo di richiedere solo l’asservimento dei terreni interessati non l’espropriazione, quale è il procedimento corretto per la realizzazione dei lavori?
In particolare come coordinare l’occupazione per esigenze di cantiere, ai sensi dell’art. 49 del T.U.E., con il procedimento di asservimento?
Alla luce della Sentenza C. Costituzionale 181/2011 ed a seguito dell'abrogazione dei commi 2 e 3 art 40 T.U.E., chiedo se è applicabile o meno la ritenuta di acconto del 20%, di cui all’art. 35 del T.U.E., e se sì a quali indennità deve essere applicata (al solo valore di mercato? o anche all'eventuale indennità aggiuntiva - comma 4 art. 40 T.U.E.?).
Premetto che il terreno in oggetto è compreso all'interno del perimetro P.I.P. - zona omogenea D1.
Nell'ambito di asservimenti per pubblica utilità o espropri qualora il bene oggetto della procedura fosse gravato da una ipoteca e se, con riferimento all'art 26 comma 3 del T.U.E. non fosse esibita la dichiarazione del titolare del diritto di ipoteca per riscuotere la somma, il bene può considerarsi a tutti gli effetti espropriato o asservito e inoltre che eventuali ripercussioni ci potrebbero essere sull'indennità accettata ? Analoga domanda, sempre nel caso di riscossione di indennità in un valido procedimento espropriativo, qualora la proprietà del bene fosse oggetto di cause ereditarie in corso.
La procedura espropriativa , nei casi sopra indicati, tutela maggiormente rispetto una acquisizione o asservimento con atto notarile? nel Caso 1: una servitù trascritta a carico del fondo ipotecato non sarebbe opponibile alla banca cui favore è iscritta l’ipoteca, che in caso di inadempimento del mutuo potrebbe subastare il terreno come libero.
Nel caso secondo caso, in pratica, essendo controversa la proprietà stessa, iure hereditario, il notaio non è in grado di accertare il pieno diritto della signora a costituire la servitù, che potrebbe essere costituita solo in modo condizionato.
In entrambi i casi parrebbe non ci sia tutela nella stipula di servitù!
Ai fini dell’acquisizione delle aree finalizzate alla realizzazione di un progetto che prevede un’infrastruttura urbana per una variante al percorso esistente di una strada regionale (opere da realizzare: rotatorie + strada + galleria), si richiede se, per quanto riguarda l’avviso di avvenuta approvazione del progetto definitivo con contestuale dichiarazione di pubblica utilità (ex art. 17 comma 2), sia necessario recapitare la comunicazione tramite raccomandata A/R personalmente ad ogni interessato, oppure, visto che il numero degli interessati è maggiore di 50, sia sufficiente, come previsto per l’avviso di avvio del procedimento ex art. 16, pubblicare un annuncio a mezzo stampa quotidiana su una o più testate a diffusione nazionale e regionale.
Nell’ambito della stessa opera, alcune aree necessarie sono intestate al Comune: tenendo presente che lo scrivente Ente espropriante è una S.p.A. ad azionista unico (Regione, cioè è una società in house della Regione), in tal caso, qual è la procedura da adottare per l’acquisizione delle stesse? La via meno onerosa per ottenere di fatto le aree, potrebbe essere rappresentata da una concessione del Comune alla S.p.A.?
In caso di emanazione di un provvedimento di acquisizione ai sensi dell’art. 42bis del DPR 327/2001 di aree non in ambito destinato all’agricoltura secondo il vigente p.g.t., l’importo, composto dalle tre somme di cui ai commi 1 e 3, dovuto al proprietario, persona fisica, è soggetto a ritenuta ai sensi dell’art. 35 del citato T.U.E.?
Quest’ultima disposizione è applicabile anche nell’ipotesi in cui l’importo in questione, calcolato sempre secondo i criteri di cui all’art.42bis, venisse corrisposto a seguito di accordo transattivo con la proprietà?
In un procedimento di espropriazione urgente, ex art. 22 del T.U.E, il piano particellare di esproprio prevedeva su di un terreno privato l’acquisizione di mq 17 per la costruzione di una rotatoria stradale. Dopo l’immissione in possesso e la redazione dello stato di consistenza, si è passati alla fase di redazione del frazionamento dell’area in questione. Durante questa fase, il tecnico incaricato per la redazione del frazionamento ha rilevato che per rispettare gli allineamenti stradali la superficie da acquisire dallo stesso fondo deve essere di mq 39 anziché 17 ed ha redatto il frazionamento per 39 mq. In realtà è accaduto che il progettista, redattore del piano particellare di esproprio, erroneamente ha ritenuto già di uso pubblico una superficie di mq 22 antistante la recinzione del terreno. Pertanto, nella redazione del piano particellare d’esproprio, ha computato solo i 17 mq interni al terreno recintato, ritenendo già frazionati ed acquisiti all’uso pubblico i restanti 22 mq della parte esterna ed antistante alla recinzione. Il proprietario del terreno sostiene che per i 22 mq ci sia stata un’occupazione senza titolo da parte del Comune. Si pone, allora, il seguente quesito: Considerato che, in fase di avvio del procedimento nei confronti del proprietario, l’ufficio ha precisato che l’esproprio doveva riguardare 17 mq come indicato nel piano particellare di esproprio o comunque come riveniente dal frazionamento, considerato altresì che la maggiore superficie di 22 mq è comunque riferita allo stesso terreno individuato catastalmente nel piano particellare di esproprio, si può considerare legittima l’occupazione finalizzata all’esproprio dei complessivi mq 39?
Volevo dei chiarimenti in merito alle acquisizioni tramite procedura espropriativa o tramite accordi bonari derivati da obblighi convenzionali o pec etc.
Volevo capire se, ai sensi art. 12 legge n. 111/2011, a decorrere anno 2014, le operazioni di acquisto di immobili sono consentite solo ove se ne accerti “ l’ indispensabilità e indilazionabilità .... e congruità di prezzo attestata da Agenzia Demanio”.
L'art. 10 bis di interpretazione autentica dell’art. 12 comma 1-quater del DL 98/2011, cita solo il comma 1 quater, pertanto si chiede se rimane il precedente comma 1bis?
Come comportarsi con le convenzioni e i pec? dove il comune acquisisce le aree come obbligo convenzionale?
Tra le opere connesse alla realizzazione di un’opera di competenza statale (nuova autostrada) l’accordo di programma stipulato tra i soggetti interessati prevede la realizzazione di una pista ciclabile nel nostro comune che dovrà essere realizzata dalla società concessionaria dell’opera, a proprie spese.
Ai fini di apporre il vincolo preordinato all’esproprio, sulle aree oggetto del sedime della nuova pista ciclabile, l’Amministrazione comunale ha proceduto con variante al piano urbanistico generale, in corso di approvazione. Nel corso del procedimento, l’Ufficio espropri del Comune ha provveduto ad adempiere alle incombenze di cui al comma 1 lettera a) dell’art. 11 del D.Lgs 327/2001 inviando al proprietario, del bene, l'avviso dell'avvio del procedimento.
In conformità a quanto previsto dal protocollo d’intesa, le decisioni in merito, da concordare e condividere con il concessionario, dovranno essere formalizzate nella convenzione quadro che l’amministrazione si è impegnata a stipulare, con la quale si dovrà impegnare, una volta realizzata l’opera, ad assumere la proprietà e la gestione della pista ciclabile.
Considerato che la pista ciclabile sarà realizzata dal concessionario dell’opera, con proprio finanziamento e che la stessa opera sarà ceduta al comune (assieme al suolo in caso di acquisizione bonaria) solo dopo la sua realizzazione e collaudazione, può il Comune assumere la funzione di “Autorità espropriante” (ove non sia andata a buon fine tutta o parte dell’acquisizione bonaria effettuata direttamente dal concessionario) ?
Nel caso in cui il Comune possa assumere la funzione di “Autorità espropriante”, può lo stesso Comune approvare il progetto definitivo ai soli fini espropriativi, allo scopo di dichiararne la pubblica utilità e procedere con la procedura di esproprio mediante l’impiego di risorse trasferite dal concessionario?
In un procedimento di espropriazione urgente, ex art. 22 del T.U.E,. il proprietario ha richiesto il pagamento, in acconto, dell’indennità offerta a titolo provvisorio, anche se ha rifiutato la stessa richiedendone la rideterminazione tramite l'istituzione del collegio tecnico previsto dall'art. 21 del T.U.E.
E' possibile accogliere tale richiesta?
Abbiamo ereditato una tubazione dell'acquedotto senza servitù posata sotto un piazzale lastricato. Per una serie di complicanze legali e anche per motivi tecnici (eventuali manutenzioni creerebbero danno come eventuali rotture della tubazione)preferiamo non procedere con una acquisizione sanate in quanto è possibile spostare la tubazione su adiacente terreno agricolo. Con un proprietario abbiamo già sottoscritto servitù con il secondo ci sono problemi: possiamo attivare la procedura espropriativa e redigere progetto (per l'asservimento). La questione è la seguente: il proprietario può invocare un danno in quanto per sanare la situazione precedente espropriamo un suo bene ? Le motivazioni tecniche (che potremo puntualizzare anche per le difficoltà di manutentare la condotta posata sotto il piazzale e che andremo ad accecare) sono sufficienti per procedere senza controversie legali ?
Come procedere in caso di posa di una condotta (acquedotto) sul sedime di una strada vicinale? E’ necessario avviare un procedimento di asservimento a verso i proprietari dei fondi limitrofi? ad essi spetta un’indennità?
Dobbiamo realizzare un intervento di manutenzione straordinaria in alcuni punti di un fiume.
La maggior parte degli interventi sono riconducibili a:
- sistemazione dei tratti di sponda ammalorati (con creazione di rilevato arginale in terra armata e/o scogliere in massi);
- creazione di aree di golena;
- rifacimento di soglie;
- sistemazione del fondo d’alveo in prossimità dei ponti (con posizionamento massi ciclopici ancorati sul fondo o realizzazione soglie in massi).
Vorremmo sapere se gli interventi sulle aree interessate dall'alveo attuale siano da considerarsi in ambito demaniale o se, dato che il fiume nel tempo ha modificato il suo corso, sia necessario tener conto delle mappe catastali che, in alcuni casi, definiscono mappali e individuano i relativi proprietari.
Siamo un ente che realizza opere per delega regionale o comunale, anche in sede di approvazione del progetto preliminare, tenendo presente che in alcuni casi la dichiarazione di pubblica utilità. rimane in capo agli enti stessi con l'approvazione del progetto definitivo. Nell'ottica di una semplificazione dell'iter di approvazione dei progetti è possibile chiedere delega all'esproprio per una seria di opere (per i comuni, ad esempio, comprese nel programma triennale delle opere pubbliche)?
Quali sono le opere che possiamo realizzare senza delega degli enti richiamati?
Si chiede di sapere se può essere pagato l'acconto del 80% dell'indennità di esproprio, all'espropriato, in caso di indennità di esproprio non accettata dallo stesso.
In caso che non vada corrisposta all'espropriato dove va versato l'acconto ed il saldo dell'indennità di esproprio non accettata?
Si richiede cortesemente una spiegazione dettagliata di quale siano gli adempimenti che l'autorità espropriante deve porre in essere con riferimento in particolare alla disposizione del comma 12, art. 21 e comma 2, art. 27, nel caso in cui, a seguito di occupazione d'urgenza,
a) l'indennità provvisoria è stata depositata;
b) è già stato emesso il decreto di esproprio;
c) la ditta proprietaria accetta l'indennità definitiva;
d) nessuno si oppone alla stima e la liquidazione dei periti è avvenuta.
Che cosa si intende per "autorizza il pagamento" (c.2 art. 27)? Si deve intendere che sia il decreto che ordina il pagamento di cui al comma 10, art. 26?
Si paga direttamente solo la differenza dell'indennità non depositata e la ditta provvede ad incassare il deposito previa autorizzazione allo svincolo?
In quale momento si deve chiedere la documentazione della libera e piena proprietà dell'immobile?
Stiamo provvedendo a registrare il decreto di asservimento. C'è una grande confusione per la riforma delle imposte sugli espropri a seguito della operatività dal 1.1.14 dell'art 10 D.lgsl 23/2011, in particolare, relativamente alla registrazione degli atti plurimi. Il primo contatto con l'ufficio del registro competente è stato pessimo. Letteralmente cadevano dalle nuvole. E’ corretto applicare ad ogni ditta oggetto del decreto di asservimento l'aliquota del 9%, applicando l'imposta minima di 1000 €, solo se la somma dovuta alla ditta stessa dovesse essere inferiore a € 1000 ?
L'occupazione temporanea non deve essere oggetto di imposta di registrazione, giusto? Pertanto nel decreto di esproprio (per evitare confusione con uff. registro) come titolo indicheremo solamente "decreto di asservimento di immobili" e citeremo l'occ. temporanea (immissione in possesso)nel capoverso come ci avete indicato . Può andare? Emesso il Decreto provvediamo a registrarlo-trascriverlo e pubblicarlo su BUR e quindi a notificarlo ai proprietari. Domanda: potrebbe essere possibile invece della notifica del decreto, nelle forme degli atti giudiziari, consegnarlo a mano (da ns. incaricato che ha seguito le trattative) con sottoscrizione della avvenuta consegna ? La nota di trascrizione è da allegare ?
Il beneficiario dell’esproprio e i proprietari intendono stipulare un accordo bonario, sulla base della somma offerta a titolo provvisorio, si chiedono precisazioni inerenti all’iter da seguire e, in particolare, come eseguire il passaggio di proprietà specificando se i termini “accettazione dell’indennità” e “cessione volontaria” citati nel DPR 327/2001 possiedono accezioni diverse.
E’ possibile, altresì, ad avvenuta esecuzione dell’opera, tener conto di eventuali lievi variazioni in eccesso o in difetto della superficie degli immobili oggetto di espropriazione.
La nostra ditta per la realizzazione di una pala eolica, autorizzata con dichiarazione di pubblica utilità, ha bisogno di dover usufruire di una strada interpoderale, già usata, oltre che dal proprietario del fondo anche da altra proprietà per accedere a una cava.
Come acquisire un diritto permanente di passaggio su questa strada? al proprietario cosa si deve riconoscere in termini indennizzativi?
Il Comune ha la necessità di acquisire, tramite atto notarile, un'area ceduta bonariamente per la realizzazione di una rotatoria il cui procedimento è stato avviato in data 23.11.2011 e concluso con la firma dell'accordo bonario in data 28.11.2011.
Secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità è possibile acquisire tale bene immobile ?
Chiedo un parere su come risolvere un caso in cui, ai fini delle realizzazione di una condotta, i responsabili del lavoro avevano pattuito nel 2009, senza sottoscrivere nulla in attesa di predisposizione atto da avvocato, un accordo con il proprietario, per l’asservimento e l’occupazione temporanea di terreni agricoli per esigenze di cantiere. Il proprietario ha cambiato avvocato e ora, con formale diffida, chiede il risarcimento per occupazione senza titolo con restituzione del terreno o l’avvio di un procedimento di asservimento in sanatoria ex art. 42bis del T.U.E.
Come si devono interpretare le disposizioni relative all'applicazione della ritenuta del 20% di cui all'art.35 del T.U.E. alla luce della normativa, vigente nella Regione Lombardia, sul Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) quale nuovo strumento urbanistico di riferimento in sostituzione del "vecchio" P.R.G.?
Per indennizzare immobili abusivi deve essere rilasciata la concessione in sanatoria, non essendo sufficiente la sola presentazione dell'istanza relativa
(Sentenze Corte di Cassazione, Sezioni Unite, n. 11729 e 117230 del 14/05/2010)
Le notifiche previste nella procedura espropriativa di cui al D.P.R. n. 327/2001, nella forma degli atti processuali civili, solitamente vengono effettuate dall’ufficiale giudiziario oppure dai messi di conciliazione su disposizione del Presidente del Tribunale.
Attualmente con la soppressione di alcuni tribunali, tra i quali il nostro, regna il caos e come prima cosa hanno tolto le deleghe ai Messi di conciliazione.
Chiedo: è possibile notificare gli atti espropriativi direttamente dal Messo di conciliazione (come fa l’ufficiale giudiziario) o è assolutamente necessario che per l’effettuazione della notifica su ogni atto ci sia la disposizione del presidente del tribunale.
Nell'ambito di una cessione volontaria di beni è stato riconosciuto un acconto sull'indennità provvisoria concordata.
Il saldo sarà corrisposto non appena saranno definite le superfici effettivamente occupate, determinate con il frazionamento catastale, così come stabilito nelle condizioni contenute in apposito verbale.
Come per la Proprietà, è stato riconosciuto l'acconto al conduttore, il quale è successivamente deceduto.
Si chiede se il saldo dell'indennità di conduzione, anch'essa da definire una volta eseguito il tipo frazionamento, debba essere riconosciuto all'erede del conduttore defunto, oppure, debba costituire economia per il soggetto espropriante, in quanto la finalità della suddetta indennità aggiuntiva costituisce il risarcimento di un disagio provocato dall'indisponibilità dei beni nell'organizzazione del lavoro, ora venuto meno in seguito al decesso del conduttore.
I proprietari hanno accettato l’indennità provvisoria di asservimento, notificata, dopo la regolare dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, con decreto ex art. 20 del T.U.E.
A questo punto, come procedere? si deve comunque stipulare un atto notarile di costituzione di servitù, dando atto nello stesso che è stata precedentemente avviata la procedura espropriativa e che è stata condivisa l'indennità provvisoria di asservimento?
Desidero sapere se, in caso di cessione volontaria da parte del proprietario imprenditore agricolo di un terreno in zona D1, è prevista l'applicazione dell'iva e l'emissione della relativa fattura. Preciso che sui terreni in oggetto è stata applicata da parte dell'Ente espropriante la ritenuta d'acconto del 20%, come previsto dall'art. 35 del T.U.(l'acquisto per cessione volontaria risale all'anno 2008).
Questo Ente di diritto pubblico, concessionario dell’Anas, tramite l’avvio di procedura espropriativa ai sensi dell’art. 22 bis della L. 327/2001, ha proceduto alla immissione in possesso dei terreni necessari per la costruzione di un collegamento viario e le relative indennità sono state regolarmente liquidate ai proprietari espropriati e si sta procedendo al deposito presso la Cassa DD.PP. delle indennità spettanti ai proprietari che non le hanno accettate.
Durante la esecuzione dei lavori si sta appalesando la necessità, per ragioni tecniche, di estendere l’occupazione e la relativa acquisizione di ulteriori porzioni di terreno di proprietà di soggetti già sottoposti ad esproprio.
Inoltre, un’area , attualmente sottoposta ad occupazione temporanea per area di cantiere e strada di servizio, è stata individuata per la sua posizione strategica, ideale per l’insediamento di una caserma della polizia stradale il cui onere di costruzione e di manutenzione spetta a questo Ente in virtù di una convenzione stipulata con il Ministro dell’Interno.
Si chiede :
1)Quale procedura seguire per l’acquisizione delle nuove aree?
2)E’ possibile acquisire l’area soggetta ad occupazione temporanea per area di cantiere e strada di servizio, attesa anche la disponibilità del proprietario, anche tramite acquisto pur in presenza della legge di stabilità 2013 e successive modifiche ed integrazioni ? O, in alternativa, quale procedura seguire?
Vorrei sapere se è possibile acquistare un reliquato che non era stato acquistato durante la procedura espropriativa per errore poiché si è presentato il proprietario chiedendo di acquistarlo poiché trattasi di un terreno limitrofo ad un rio che è stato da noi frazionato, ma erroneamente non è stato inserito ed indennizzato nel decreto (era solo stata pagata l'occupazione). Posso utilizzare le stesse delibere di progetto oppure devo proporre di nuovo al consiglio comunale l'acquisizione? Come deve procedere l'utente? dovrà fare domanda scritta oppure essendoci accorti anche noi dell'errore possiamo andare avanti d'ufficio?
Nel caso in cui, in sede di approvazione del progetto definitivo non è stato previsto il piano particellare di esproprio perché non ci si è accorti di una piccola area da espropriare, è possibile inserire il piano particellare e attivare la procedura espropriativa in sede di approvazione del progetto esecutivo? Quale procedimento deve essere svolto?
E’ possibile da parte dell’autorità espropriante dichiarare urgenti opere, non urgenti ope legis, dopo la dichiarazione di pubblica utilità?
Questo ente è Autorità Espropriante per poteri conferiti ai sensi dell’art. 6 del D.P.R. 327/01
Nell’ambito di progetto di sistemazione idraulica di alcuni corsi d’acqua ricadenti in quattro comuni, l’Autorità competente ha approvato con Decreto il progetto definitivo, dichiarando nel contempo la pubblica utilità dell’opera.
L’iter progettuale adottato ha comportato la preventiva approvazione con D.G.R. sulla scorta di Determinazione positiva della Commissione V.I.A.
Ai fini espropriativi, il lungo iter cui è stato sottoposto il progetto ha determinato la decadenza del vincolo preordinato all’esproprio relativamente a tre dei quattro comuni interessati, giungendo l’approvazione a distanza di circa 6 anni dall’apposizione dei vincoli.
Il vincolo era stato apposto con le procedure previste all’art. 19, mediante l’adozione ed approvazione della relativa variante urbanistica.
L’atto di approvazione non indica gli estremi degli atti da cui è sorto il vincolo preordinato all’esproprio come previsto dal 1° co. art. 17 (comunque vigente per un comune), né come i vincoli debbano essere apposti (in caso di assenza o inefficacia per gli altri 3 comuni: art. 12 co. 3).
I quesiti che si pongono sono i seguenti:
- quale procedura ora adottare per reiterare i vincoli decaduti? Quella prevista all’art. 11 del T.U. (assicurando la partecipazione dei proprietari al procedimento)?
- è necessario il “doppio passaggio” in Consiglio per l’adozione e successiva approvazione?
- il diritto all’indennità prevista all’art. 39 del T.U. è “confinata” alle sole aree comprese in zone edificabili oppure in ogni caso nel quale sia dimostrabile un danno effettivamente prodotto (anche in zona non edificabile)?
- quale criterio per la determinazione dell’indennità derivante dalla reiterazione dei vincoli?
Da estratti di mappa e da visure catastali aggiornate, emergere spesso e volentieri che alcune strade/parcheggi –o porzioni di essi- su cui andranno ad insistere futuri progetti per estensioni di rete fognaria/idrica, risultino intestate nel catasto terreni ancora a proprietà private (anche se di fatto sono vie pubbliche, quindi magari mai frazionate e mai registrate al NCEU). Sappiamo benissimo che il Catasto Urbano non è uno strumento probatorio, ma le amministrazioni comunali propongono di risolvere la questione producendo una dichiarazione che asseveri la classificazione di strade/aree pubbliche a carattere/di uso pubblico specificando:
1. che sulle stesse vie/strade/parcheggi vengono eseguite la manutenzione ordinaria/straordinaria stradale da parte dell’amm.comunale;
2. che sulle stesse vie/strade/parcheggi vengono eseguite la manutenzione ordinaria/straordinaria da parte degli enti gestori/proprietari dei servizi;
3. la delibera/determina che istituisce lo “stradario” delle strade pubbliche di carattere urbano
Ai fini legislativi, può essere sufficiente una dichiarazione in tal senso, che comprenda (una o tutte) le specifiche sopra riportate?
In alternativa, l’unico modo è risalire comunque al proprietario e verificare con gli atti notarili?
Questo ente deve dar corso alla realizzazione di un opera pubblica, per la quale sono necessari lavori con mezzi pesanti (escavatori, rulli ecc.). Durante i verbali di immissione in possesso uno dei proprietari espropriandi ha richiesto che per la propria abitazione, situata nelle adiacenze dell'opera pubblica, venga effettuato un testimoniale di stato "ante operam". Si osserva che sono previste opere di scavo a distanza di almeno 50 m dall'abitazione casa, mentre nelle adiacenze sono previste solo opere di asfaltatura con rullaggio della strada esistente.
Alla luce di quanto sopra, si chiede se è necessario provvedere alla formazione di un testimoniale di stato e se si, chi deve fornirlo e quindi assumersi le spese.
La risoluzione n° 7/35 del 21 luglio 1993 del Ministero delle Finanze - Direzione Generale Tasse e la circolare del Ministero delle Finanze n. 194/1998 ha per oggetto la ritenuta del 20% per le indennità di esproprio di aree edificabili all'interno di zone omogenee di tipo A, B, C e D.
In particolare affermano che "è da ritenersi sicuramente non assoggettabile a tassazione la percezione di somme avvenute ai medesimi titoli relativamente a fabbricati di qualunque tipo, nonchè alle eventuali
pertinenze."
L'area su cui è edificato un fabbricato è da ritenersi pertinenza dello stesso e quindi, in caso di esproprio di parte di essa, non si applica la predetta ritenuta?
I giardini posti a servizio di un fabbricato, essendo corredati da una propria rendita catastale sono soggetti alla ritenuta d’acconto?
Le predette circolari non risultano sufficientemente chiare a quest'ufficio espropri.
La procedura di esproprio è attualmente in questa fase:
- i proprietari hanno condiviso la determinazione dell’indennità provvisoria e dichiarato la piena e libera proprietà del bene;
- il beneficiario dell’esproprio ed i proprietari devono stipulare un accordo bonario.
Tenendo conto che ciascun accordo bonario di cessione dispone che:
- il proprietario acconsente l’immissione in possesso;
- l’ammontare dell’indennità verrà corrisposto alla proprietà, entro 60 giorni, a titolo di acconto per una quota pari all’80% del totale;
- il 20% a saldo sarà liquidato ad avvenuta esecuzione dell’opera e conguagliato onde tener conto di eventuali lievi variazioni in eccesso o in difetto della superficie degli immobili oggetto di espropriazione;
- il proprietario ha diritto agli interessi nella misura del tasso legale;
si chiedono precisazioni inerenti l’iter da seguire e, in particolare, si prega di chiarire se tale accordo bonario ha funzione di rogito con gli effetti di un passaggio di proprietà o se il rogito verrà effettuato in un secondo momento quando sarà stato versato il saldo.
Inoltre si chiede di specificare se i termini “accordo di cessione” e “atto di cessione” citati nel DPR 327/10 possiedono accezioni diverse.
Questo comune in attuazione di Convenzione urbanistica con i soggetti attuatori di un P.L., stipulata in data 04/04/2005, ha previsto opere di urbanizzazione, esterne al piano, per la cui realizzazione il Comune tramite espropriazione ha messo a disposizione le aree ai sensi dell'art. 22 bis del T.U. 327/01;
Le opere sono state dichiarate di pubblica utilità con D.C.C. n. 24/05 il cui termine di efficacia risultava scadere il 14/02/2010; il decreto di occupazione anticipata, emesso in data 16/03/2007, è stato notificato agli espropriati in data 21/03/2007; versata l’indennità provvisoria.
I soggetti attuatori non hanno realizzato tutte le opere di urbanizzazione previste solo una parte ovvero una rotatoria.
Adesso l'espropriato dell'area chiede la restituzione del terreno occupato illegittimamente in quanto trascorsi 5 anni dalla dichiarazione di pubblica utilità.
Come possiamo sanare la situazione?
Per la posa di una condotta, con pozzetti fuori terra, fatta circa 30 anni, della quale non possediamo nulla, devono essere fatti lavori aggiuntivi nel medesimo tragitto, con la posa di nuova tubazione che contiene la precedente. E' possibile ritenere acquisita la servitù senza pagare nulla, neanche per la nuova posa se non i danni? La via giudiziaria per la regolarizzazione del caso richiamato è l’avvio di un procedimento presso il giudice civile che, con sentenza dichiarativa, accerti il passaggio della proprietà del bene occupato in testa alla amministrazione occupante, accerti il diritto del proprietario al risarcimento del danno, determinandone l’importo, o l’avvenuta prescrizione di tale diritto. La trascrizione della proprietà nei registri immobiliari, nel caso, avviene con la registrazione ed esecuzione della sentenza stessa. L’avvio di tale procedimento, in alternativa alla sanatoria di cui all’art. 42bis, è, evidentemente, nell’interesse dell’ente qualora, oltre al passaggio di proprietà, si chieda al Giudice di accertate la prescrizione del diritto al risarcimento del danno.
Se così fosse cosa serve fare per procedere velocemente con nuovi lavori cercando la soluzione più semplice ed economica, nel rispetto dei diritti dei proprietari?
Una terna dei tecnici determinato l’indennità definitiva per un terreno espropriato per la costruzione di una rotatoria. Tale terreno, ricade in parte in zona urbanistica H3 D3 attività industriali artigianali e commerciali, parte in zona di ristrutturazione viaria e parte in zona “V” (verde privato) . Considerato che il terreno è di proprietà di una Società, è da applicarsi l’IVA all’indennità da erogarsi sull’intera cifra da erogarsi o solamente per la parte edificabile H3 D3?
Questo Consorzio, concessionario dell’ANAS, deve avviare il procedimento espropriativo relativo alla variante autostradale tramite l’avviso di approvazione del progetto definitivo pubblicato all’albo del Comune in cui ricadono i terreni da espropriare e su un quotidiano a carattere regionale, in quanto il numero dei proprietari da espropriare era superiore a 50, si chiede:
1) Se l’avviso pubblico di avvio del procedimento ex art.16 da pubblicare, anche su un quotidiano regionale deve contenere l’elenco delle ditte soggette ad esproprio con l’indicazione del nominativo, foglio, particella e mq. da espropriare o se si può omettere specificando nell’avviso che gli Elenchi delle ditte interessate sono pubblicati sul sito informatico della Regione ed all’albo Pretorio del Comune nel cui territorio ricadono i terreni da espropriare.
2) Se terminata la procedura ex art.16 del DPR 327/2001, ed ottenuta la dichiarazione di pubblica utilità, si può soprassedere alle procedure dell’art. 17, atteso che si intende procedere ai sensi del comma 2 dell’art. 22/bis emanando il decreto di cui al 1° comma di detto articolo in base alla determinazione urgente della indennità di espropriazione senza particolari indagini o formalità, in quanto il numero dei destinatari della procedura espropriativa è superiore a 50.
Nell'ambito di una procedura espropriativa riguardante la costruzione di una strada provinciale, che prevede anche l'allargamento di un breve tratto di una strada comunale, la Provincia, in qualità di Ente Espropriante, intende trasferire direttamente, con il decreto di esproprio, a se stesso le aree di sua competenza e al Comune quelle riguardanti la strada comunale, ciò allo scopo di evitare un secondo passaggio.
Con il decreto di esproprio, l'Ente espropriante (non il concessionario delegato), può trasferire la proprietà anche in testa ad altri enti, come nel caso che precede?
Come accertare la libertà e proprietà del bene al fine del pagamento diretto di indennità di esproprio.
Volevo un chiarimento relativamente la fase di registrazione e trascrizione di un decreto di esproprio. Ho letto che l'Agenzia delle Entrate, con Circolare interna, ha stabilito che dal 01-01-2011 tutti gli atti
soggetti a registrazione, nel caso in esame i decreti di esproprio e di imposizione di servitù, devono
essere repertoriati in apposito registro
come previsto dall'art. 67 del D.P.R. 24-04-1986 n° 131;
Nel caso del ns. Ente come dovremo procedere ? N. repertorio ?, Registrazione, Trascrizione, Pubblicazione sul B.U.R.?
Devo effettuare un accordo bonario inerente una striscia di terreno edificabile i proprietari sono l'usufruttuaria e nudo proprietario. il mio problema è il pagamento: come calcolo la somma da versare all'usufruttuario ed al nudo proprietario? quali sono le percentuali da applicare oppure come devo comportarmi?
Nel 2007 è stata approvata una convenzione con un Comune per seguire tutto l'iter della procedura di esproprio concernente l’allargamento delle sponde di un tratto di un fiume ricadente in questo Comune. Per predisporre il progetto è stata fatta una riunione con i proprietari interessati all'esproprio. Tutti hanno sottoscritto il verbale di cessione Bonaria. Poiché è stato costatato che il finanziamento non copriva l'intero tratto dell'intervento è stato approvato, in data 5/3/2008, il definitivo e l'esecutivo per la realizzazione del progetto fino ad un certo tratto del fiume. Ora, volendo concludere i lavori anche sul tratto mancante, è possibile far valere ancora i vecchi verbali di cessione bonaria?
L'art. 26, comma 10 del D.P.R. 327/2001, così come scritto, è di difficile comprensione, se ne chiede la spiegazione dettagliata.
In particolare "la comunicazione del decreto che ha ordinato il pagamento" è quella da farsi al proprietario a seguito del deposito della relazione di stima dei tecnici ? Se sì, che cosa centra
l'indennità accettata per la quale non si fà alcuna comunicazione ?
Il promotore dell'espropriazione non esegue il pagamento dell'indennità se ha proposto opposizione
alla stima entro 60 giorni, da quando ?
Posto che l'art. 29, c. 3 del D.LGS n. 150/2011, prevede che l'opposizione alla stima debba essere proposta, pena la decadenza, entro 30 giorni dalla notifica di cui all'art. 27 del D.P.R. 327/2001, quali sono i termini da osservare ?
Ed infine, entro quali termini l'autorità espropriante deve dare notizia dell'avvenuto deposito della di stima dei tecnici ?
In qualità di gestore del ciclo idrico integrato, per far fronte allo smaltimento di reflui di agglomerati urbani (piccoli insediamenti isolati), siamo stati obbligati dall'ATO a sanare delle situazioni non a norma. pertanto, trovandoci lontano da centri urbani, una nuova condotta di fognatura risulterebbe alquanto onerosa. Perciò dobbiamo provvedere alla depurazione scaricando in sottosuolo, previo consenso di ARPA e Provincia. In tale caso le fosse biologiche per il trattamento dei reflui e la relativa condotta di scarico (trincea drenante sotterranea) potranno essere alloggiate solo ed esclusivamente in terreni di proprietà privati, mediante una servitù ed accordi bonari; avendo già preavvisato verbalmente i proprietari, questi sarebbero anche disponibili a concedere la servitù anche a titolo gratuito (si può fare o ci deve essere un importo minimo?) ma il punto è: possiamo stabilire ora un "impegno" di accordo di servitù che verrà stipulata dopo, solo a seguito dell'avvio del procedimento? ci sono dei modelli che avete fatto sul vs. sito?
l'iter delle servitù che potrà avvenire anche a seguito di una semplice SCIA, oppure ci vuole per forza l'approvazione del progetto definitivo ai sensi del codice contratti pubblici DPR207 del 05/11/2010?
E' ragionevole richiedere obbligatoriamente nei capitolati di progettazione o di asservimento, in quanto responsabilità del progettista, queste prescrizioni tecniche per una corretta rilevazione dei confini catastali, delle lunghezze e superfici delle fasce di asservimento, assimilabili a quelle per la predisposizione dei tipi di frazionamento, quindi assoggettati alle normative catastali vigenti? Che si possono così sintetizzare:
1. il sopralluogo è fondamentale per aggiornare le colture in atto delle singole particelle che possono essere diverse da quelle indicate nelle visure catastali, per valutare eventuali danni a manufatti, per determinare i gravami della servitù imposta e per un corretto calcolo delle indennità.
2. nel caso la visura al catasto terreni risulti ente urbano, occorre ricercare i nominativi dei proprietari al catasto fabbricati e le relative particelle e subalterni;
3. il percorso della servitù e i confini della particella interessata limitrofi all’esproprio devono essere rilevati appoggiandosi a Punti Fiduciali più vicini, formando una maglia di triangolazioni sufficienti a contenere l’oggetto del rilievo, proporzionalmente alla lunghezza del percorso;
4. se questo non è contenuto nell’estratto di mappa in formato A3, occorre fornirsi in catasto del foglio intero in formato dxf;
5. se il percorso è lungo, come capita spesso e ci sono più fogli attigui, non bisogna unirli ma effettuare la trasposizione del rilievo, foglio per foglio, con l’appoggio ai relativi PF e per un maggior controllo della precisione del tracciato (poligonale aperta) riferendosi ai trigonometrici;
6. elaborazione quindi di un libretto di campagna catastale che diventerà il file di tracciamento che dovrà essere fornito all’impresa esecutrice dei lavori per una corretta posa delle condotte in conformità all’elaborato progettuale;
7. restituzione grafica del tracciato sulle mappe catastali e stesura dei Piani Particellari.
Un quesito di carattere generale. A volte c'è una abitudine, da parte di alcuni progettisti, di tracciare i percorsi sui terreni delle condotte da asservire/espropriare sovrapponendo il tracciato sulle mappe catastali con evidenti grossolani margini di errore. Quali sono i riferimenti legislativi per evitare ciò incluso DPR 207/2010?
Per l’acquisto di un terreno con cessione volontaria, quali sono i casi in cui è dovuta l’IVA?
definitiva
Relativamente ad un procedimento avviato per la realizzazione di un cimitero, si premette che:
-che le ditte interessate non hanno accettato l'indennità calcolata applicando il VAM;
-che è pendente giudizio di opposizione alla stima;
-che il comune ha emesso decreto di esproprio per le ditte interessate;
-che successivamente, l'Ente alla luce della sentenza costituzionale n. 181/2011, ha rideterminato l'indennità in aumento rispetto al VAM prima calcolato, con stima redatta dall'Agenzia del territorio;
-che alle ditte interessate è stata comunicata la nuova indennità;
- che nel decreto di immissione in possesso le ditte interessate hanno ribadito la volontà di continuare nel giudizio;
Tanto premesso all'indomani dell'immissione in possesso la ditta ha richiesto: " autorizzare allo svincolo ovvero al pagamento delle suddette somme versate a titolo di indennità provvisoria;
con separata nota ha richiesto il pagamento delle restanti somme derivanti dalla rideterminazione dell'indennità che seppur impegnate non sono state ancora vincolate con ordinanza presso la cassa DD.PP.
Tanto premesso si chiede se l’ente. può procedere alla erogazione delle somme così come richiesto pur non avendo ricevuto una incondizionata ed esplicita accettazione delle stesse.
Il Procedimento oggetto di quesito, dichiarato di P.U. con l’approvazione del progetto definitivo, prevede l'acquisizione di aree per la realizzazione di manufatti a servizio della fognatura pubblica nonché l'asservimento e occupazione temporanea di aree su cui insisterà la fognatura di progetto;
Dovendo procedere all'emissione dei decreti, considerando che durante i lavori di posa, l'ubicazione delle tubazioni potrebbe subire variazioni, si è ipotizzata l'emissione e notifica di decreti aventi a oggetto la sola occupazione temporanea delle aree (comprese quelle in seguito da asservire) facendo riferimento all'art. 22bis, il tutto per acquisire la disponibilità eseguendo nei 3 mesi successivi le immissioni in possesso;
Nei succitati decreti sarebbe presente la "proposta di indennità di asservimento" da formalizzarsi poi con l'emissione di un secondo decreto (di solo asservimento), da notificare solo dopo l'effettiva posa della tubazione sui fondi.
Possiamo ritenere corretto l'iter ipotizzato? In merito al versamento delle indennità come potremo comportarci? Per le aree interessate progettualmente da esproprio vero e proprio, l'iter sarebbe quello previsto dall'art. 22?
Per l'esecuzione di una nuova strada regionale si è proceduto all'occupazione d'urgenza dei terreni ai sensi dell'art. 22 bis e notificato un'indennità provvisoria ai proprietari ed a seguito delle accettazioni, versati gli acconti dell'80%. Al momento di redigere i relativi piani di frazionamento e calcolare i saldi da dare ai proprietari si è riscontrato in alcuni casi che, a causa di una minore superficie in esproprio, gli acconti versati sono maggiori del saldo così calcolato. Il problema è stato sicuramente il modo di calcolo delle superfici del piano particellare che ha fatto riferimento ad una mappa catastale piuttosto difforme dalla realtà e di difficile adattamento al rilievo del terreno. Comunque adesso si presenta il problema che ad alcuni proprietari bisogna chiedere il rimborso di parte di questi acconti. Prima domanda: è giusto chiedere la restituzione di parte della somma data in acconto oppure si può chiudere la procedura con l'importo versato anche se maggiore del dovuto? Seconda: in che forma si può chiedere questa restituzione? Si notifica e poi si chiede dando anche una scadenza?
Negli anni si è provveduto per scopi di interesse pubblico ed in assenza di un provvedimento di esproprio ad occupare un edificio, in parte di proprietà privata.
Ora l’amministrazione comunale intende provvedere all’acquisizione della porzione di proprietà privata.
Gli attuali eredi dei proprietari si sono dichiarati favorevoli all’acquisizione da parte del Comune e non pretendono indennizzi di sorta, l’unica condizione posta, è che il passaggio di proprietà avvenga mediante decreto espropriativo poiché vivono all’estero e non intendono sostenere spese per venire a sottoscrivere l’atto, rilasciare procure o altro.
Chiedo: posso acquisire la proprietà di cui sopra, mediante decreto espropriativo utilizzando l’art. 42 bis del T.U. anche senza indennizzo ed eventualmente come devo procedere?
Il presente quesito per chiedere se è possibile utilizzare la Legge 410/2001, art.1, per acquisire al patrimonio del Comune un'area verde, utilizzata per uso pubblico da oltre vent'anni, sempre mantenuta dal Comune stesso e previo consenso del proprietario.
E’ corretta la procedura per trascrivere il bene al patrimonio comunale previa approvazione del Consiglio e trasmissione della delibera all'Agenzia del Demanio per l'emissione di un decreto che ha effetto dichiarativo della proprietà a favore del Comune?
In una procedura espropriativa, in cui ha trovato applicazione la situazione d'urgenza ex art. 22 bis del D.P.R. n. 327/2001 e s.m.i., il soggetto espropriato non ha condiviso l'originaria quantificazione dell'indennità attivando il meccanismo della terna peritale ex art. 21 del citato D.P.R.. A seguito di produzione della relazione peritale il soggetto espropriato ha formalmente accettato la quantificazione dell'indennità come determinata "complessivamente" dal terzo tecnico di nomina giudiziaria.
Sottolineato che il terzo tecnico di cui sopra ha quantificato "complessivamente" l'importo esplicitando espressamente di non entrare nel merito degli interessi legali, il soggetto espropriato ha richiesto, con successiva istanza, il calcolo degli interessi di legge nonché il maggior danno da svalutazione monetaria.
Ebbene, nel caso specifico, è possibile per l'amministrazione interpretare il comma 6 dell'art. 20 (richiamato dal disposto di cui all'art. 22 bis) sostenendo il mancato diritto agli interessi nella misura del tasso legale atteso che il proprietario espropriato non ha "originariamente" condiviso la determinazione dell'indennità bensì attivato la procedura di terna peritale?
In altri termini, è possibile ancorare il riconoscimento degli interessi legali all'ipotesi di immediata non controversa condivisione dell'indennità?
Esiste giurisprudenza sul punto?
Talvolta, in attesa dell'avvio di un procedimento espropriativo, l'Amministrazione ricorre alla sottoscrizione dei cosiddetti verbali di cessione bonaria (corrispondenti a una sorta di contratto preliminare di vendita immobiliare), recanti la quantificazione economica del bene, ma non sottoposti alla quantificazione imposta dalla Commissione Espropri, quindi pressochè ricadenti nella libera contrattazione. Tali accordi servono sostanzialmente a celerizzare e semplificare l'acquisizione.
Con il presente si chiede se sia necessaria, previamente all'utilizzo di tale strumento, la dichiarazione di pubblica utilità.
Il Comune ha avviato la procedura espropriativa di immobili necessari per la realizzazione di un’opera pubblica.
Dopo aver comunicato l’avvio del procedimento mediante affissione all’albo pretorio del comune e pubblicazione su un quotidiano della comunicazione in quanto i destinatari erano superiori a 50; è stata eseguita l’occupazione d’urgenza ai sensi dell’art. 22 bis, con la relativa immissione in possesso.
La maggior parte degli intestatari catastali sono deceduti, sono state presentate autocertificazioni da parte dei proprietari presunti che hanno firmato la cessione volontaria dei terreni e percepito l’80% dell’indennità, mentre per alcuni mappali non è stato possibile reperire i proprietari reali.
Dovendo emettere il decreto finale quali sono i passaggi da rispettare?
Quesito
1. Per i terreni dove è stata autocertificata la proprietà e firmata la cessione volontaria e non è stata prodotta la documentazione attestante la proprietà per la liquidazione del saldo, è possibile depositare il 20% alla Cassa Depositi e Prestiti ed emettere il decreto senza doverlo notificare ai proprietari presunti?
2. Per i terreni dove non è stato possibile reperire i proprietari, nonostante l’avvio del procedimento reso pubblico ai sensi di legge, come ci si deve comportare?
3. È sufficiente pubblicare il decreto finale all’albo pretorio del comune, sul sito informatico del Comune e della Regione?
Nell'ambito dell'applicazione dell'art 22 bis, ad oggi, abbiamo provveduto alla notifica ai vari proprietari (irreperibili e reperibili) dell'avvio del procedimento di approvazione del progetto definitivo e della dichiarazione di pubblica utilità con raccomandata A/R, espletata per gli irreperibili con l'affissione per 20 gg all'albo pretorio del comune di ubicazione degli immobili e con la pubblicazione per estratto dell'avviso di avvio del procedimento sul quotidiano locale.
Chiedo una ulteriore conferma: la comunicazione della data di efficacia dell'atto di dichiarazione della P.U per i reperibili avviene con raccomandata A/R, per gli irreperibili deve sempre avvenire con affissione nell'albo pretorio e pubblicazione per estratto dell'avviso di avvio del procedimento su di un quotidiano locale?
Trascorsi i 20 giorni possiamo procedere all'emissione del decreto di occupazione e determinazione indennità provvisoria, notificandolo con atto giudiziario? Per gli irreperibili lo notifichiamo al comune in cui è ubicato l'immobile? Poichè tale comunicazione comprende anche l'indicazione di luogo e giorno e ora di redazione del verbale di immissione in possesso, nel caso di irreperibili, è sempre possibile occupare il terreno e con quale modalità?
Stiamo operando per la realizzazione di una nuova strada con la procedura per l'occupazione d'urgenza in base all'art. 22 bis. Abbiamo già fatto tutte le immissioni in possesso ed occupato le aree previste nel piano di esproprio. A seguito della redazione del progetto esecutivo da parte dell'impresa appaltatrice (appalto integrato), alcune particelle non sarebbero più interessate all'esproprio. Questo non tanto perché l'opera è cambiata, ma perché alcune aree, che dalla sovrapposizione della mappa al progetto definitivo sembravano interessate, ora non sono necessarie alla realizzazione dell'opera. Mi trovo quindi in dovere di restituire tali aree ai proprietari ma mi pongo un quesito:
- devo notificare la modifica al piano particellare d'esproprio oppure è sufficiente invitare i proprietari sul posto per la redazione di un verbale di restituzione delle aree e verifica dello stato in cui sono restituite? (nel nostro caso nessun danno).
- devo comunque pagare l'occupazione temporanea anche se non abbiamo utilizzato in nessun modo tali aree?
Questo ente ha determinato l’ indennità espropriativa provvisoria e notificato la stessa agli aventi diritto, ai sensi di quanto disposto dall’ art.20 del DPR 327/01.
Considerato che una ditta, propritaria di una area da acquisire, ha prodotto, nei termini dovuti osservazioni in merito alla determinazione dell’indennità e che è in corso la procedura di pubblicazione del Bando di gara per l’appalto della progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori, relativi all’ampliamento del cimitero comunale, si chiede di sapere :
1. Se l’Ente può procedere all’immissione in possesso delle aree con regolare avviso e/o decreto di occupazione verso la ditta che non ha accettato l’indennità provvisoria senza attendere l’emissione del Decreto di Esproprio .
In ogni caso si richiede di conoscere la giusta procedura da adottare .
Il comune ha previsto la creazione di una nuova strada di collegamento a servizio di un intervento commerciale privato, affidando la progettazione e la realizzazione della stessa al privato attuatore dell’intervento, a scomputo degli oneri di urbanizzazione. A tale fine è stata approvata una variante urbanistica atta a permettere l'esproprio, sono state inviate le opportune comunicazioni per l'apposizione del vincolo e all’operatore privato è stato rilasciato il permesso a costruire.
Come procedere alla dichiarazione di pubblica utilità e all’esproprio delle aree necessarie alla realizzazione della nuova strada?
Questo comune, ha provveduto al deposito presso la Cassa DD.PP. dell’indennità provvisoria d’esproprio non accettata e ha richiesto la determinazione dell’indennità definitiva alla Commissione Provinciale Espropri, procedendo nel contempo all’emissione del decreto d’esproprio ed alla relativa esecuzione mediante immissione in possesso.
La stima definitiva della Commissione Espropri, che confermava l’indennità provvisoria determinata dal Comune, veniva regolarmente notificata ai proprietari, nonché pubblicata all’Albo Pretorio.
Prima della scadenza del termine previsto per la presentazione dell’opposizione alla stima i proprietari presentavano istanza di svincolo dell’indennità di esproprio (che a tale data risultava ancora “provvisoria”) depositata presso la Cassa DD.PP., senza peraltro allegare alcun tipo di documentazione inerente la libertà e proprietà del bene.
Si chiede se lo svincolo debba essere effettuato ai sensi dell’art. 26 c. 5 del DPR 327/2001, o essendo nel contempo l’indennità divenuta definitiva, debba eseguirsi (previa acquisizione della prescritta documentazione inerente la proprietà del bene) ai sensi degli artt. 27 e 28.
Trattasi di realizzare un progetto per il quale non è prevista l’espropriazione, ma necessita occupare aree per esigenze di cantiere, con successiva restituzione del bene occupato. Quali sono i presupposti per applicare i criteri di cui agli artt. 49 e 50 DPR 327?
Ho necessità di chiarimenti sulla Guida n. 15 - La determinazione dell'indennità di asservimento per terreni agricoli o non edificabili - realizzata dal vostro sito. Mi è tutto chiaro quanto illustrato nella guida richiamata tranne l'ultimo punto, il 6, dove è specificato il conteggio per la maggiorazione di cessione volontaria nel caso di proprietari coltivatori diretti del fondo. Perché la moltiplicazione è per due e non per tre? Ed inoltre la triplicazione non è prevista solo in caso di abbandono del fondo (I1)e quindi come mai sono state aggiunte anche le indennità I2 e I3?
Dopo aver mandato tutte le notifiche ai proprietari, con una nota formulata adoperando il modello fornito dal vostro sito, a tre giorni dall'immissione, un proprietario mi ha chiesto il differimento delle operazioni. Mi chiedo come sia possibile che il comune non possa seguire il decreto. Deve bloccare tutto?
Nel caso di una procedura espropriativa qualora il proprietario sia anche coltivatore diretto la triplicazione dell'importo, di cui all’art. 45, è dovuta sempre o solo nell'ipotesi della cessione volontaria? Se la procedura dovesse proseguire senza un accordo e pertanto con la determinazione dell’indennità definitiva dalla Commissione Provinciale Espropri o dal Collegio Tecnico il proprietario coltivatore mantiene il diritto alla triplicazione?
Dovendosi procedere all’acquisizione delle aree per la realizzazione di opere di urbanizzazione all’interno di un P.E.E.P. si chiede se l’avvio del procedimento per l’adozione del piano andava fatta ai sensi dell’art. 11 o dell’art. 16:
Durante la redazione dei verbali degli stati di consistenza, alcuni proprietari hanno richiesto l'acquisizione di alcuni reliquati o frazioni di particelle che sarebbero staccate dal corpo principale dalla realizzazione della nuova strada e secondo loro divenuti inutilizzabili ai fini agricoli. Alcune frazioni sono realmente reliquati, altre sono più estese (da 500 a 3000 mq), ma secondo loro più scomode da raggiungere.. Come si possono definire tali aree visto che l'accessibilità sarà in ogni caso garantita? esiste una definizione di reliquato? Ed infine, se l'ente decide di acquisirli, devo applicare le maggiorazioni previste in caso di cessione volontaria (triplicazione o aumento del 50%)?
Siamo nella necessità di apporre il vincolo preordinato all'esproprio relativamente la realizzazione di un'opera che necessita di esproprio.
Ad oggi l’Ente, ha proceduto alla sola approvazione del progetto preliminare
A questo punto chiedo se per ottenere apposizione del vincolo preordinato all'esproprio la procedura a seguito riportata è corretta:
- comunicazione. al comune di competenza di richiesta di apposizione del vincolo preordinato. all'esproprio in riferimento al comma 3 dell’art 19;
- comunicazione ai privati di avvio di procedura espropriativa.
Le aree espropriate per la realizzazione di una pista ciclabile sono state limitate al solo ingombro della pista e non alle scarpate, ipotizzando che queste ultime rimanessero in capo all'espropriato.
Considerando che, a seguito dell'emissione del decreto di esproprio, la ditta catastale ha impugnato il decreto ed ogni altro atto consequenziale e che è prossima l'esecuzione dei lavori (i lavori sono stati aggiudicati provvisoriamente), si chiede, al fine di evitare che la ditta catastale possa interrompere i lavori perché interessanti un'area non acquisita, come procedere all'acquisizione delle aree occupate dalle scarpate non previste nel piano particellare.
Al fine di ottenere l'indennità di cui all'articolo 42 delT.U.E. viene esibita, al posto di un contratto di affitto dei terreni, regolarmente registrato, una "Dichiarazione Sostitutiva dell'atto di Notorietà" con la quale l'interessato dichiara di condurre a titolo gratuito dei fondi oggetto di espropriazione. Completa la dichiarazione asserendo che ai sensi della Risoluzione n. 14/E del 06/02/2001 del Ministero delle Finanze, la dichiarazione in argomento non è soggetta a registrazione.
Tale dichiarazione è sufficiente per il riconoscimento dell'indennità prevista? Ed in che cosa consiste la Risoluzione n. 14/E del 06/02/2001 del Ministero delle Finanze, di difficile reperimento?
Si richiede, in merito al pagamento dell'interesse legale sull'indennità di espropriazione (art. 20 comma sei, richiamato dall'art. 22 bis comma 3 T.U.), se sia applicabile a qualsivoglia terreno espropriato (edificabile o agricolo), laddove nel procedimento ante T.U. si applicava soltanto ai terreni edificabili.
Si chiede inoltre se la corresponsione dell'interesse legale sia alternativa all'indennità di occupazione, sempre prevista dall'art. 22 bis, comma cinque, e se sì per quale (edificabile o agricolo).
Si chiede infine se l'indennità di occupazione, prevista dall'art. 50 comma uno, sia computata sulla base dei metri quadrati iniziali (ante frazionamento), o finali (successivi al frazionamento).
Si chiede se l’indennità aggiuntiva spettante al proprietario diretto coltivatore è o meno dovuta nel seguente caso:
- in gennaio 2009 è deceduto un proprietario che era diretto coltivatore di un mappale interessato da esproprio per realizzazione di opera pubblica per la quale è stato approvato il progetto definitivo e dichiarata la pubblica utilità in data successiva al decesso ovvero giugno 2009.
Gli eredi del deceduto, ai quali verrà prossimamente notificata l’indennità provvisoria, chiedono che venga liquidata loro l’indennità aggiuntiva che sarebbe stata dovuta al familiare deceduto che era coltivatore diretto del bene oggetto di esproprio, e al quale non è subentrato nessuno degli eredi nella coltivazione del terreno.
Negli anni settanta sono stati emessi dei decreti regionali di esproprio al fine di realizzare un frigomacello. Subito dopo sono stati redatti gli atti di cessione bonaria innanzi al notaio. L'attività del frigomacello è cessata nel 1998 e trattandosi di beni la cui utilizzazione non rientra nelle finalità previste dall'ente regionale che ha realizzato l'opera si è proceduto all'indizione della gara per la vendita dell'intero immobile e alla aggiudicazione. Il proprietario, venuto a conoscenza di tale vendita, visto il venir meno dell'interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell'immobile, chiede la retrocessione parziale del bene. Quali diritti può vantare?
Abbiamo provveduto alle notifiche, ai sensi del comma 4 dell’art. 20 del T.U.E. dell’offerta di indennità di asservimento. Non sono ancora trascorsi i 30 gg per la disponibilità alla cessione volontaria e abbiamo delle trattative in corso.
E' sorto un problema però a livello aziendale e per qualche mese il progetto è congelato (gare-finanziamenti).
Come posso gestire l'iter alla scadenza dei 30 gg considerando che l'occupazione delle aree deve essere rimandata così come non ho la possibilità di pagare le cessioni volontarie nè tanto meno di fare il deposito alla cassa Depositi e Prestiti?
E' possibile, a discrezione della ns. società promotore dell'Esproprio, prolungare la durata della fase della cessione volontaria? La disponibilità alla cessione volontaria da parte della ditta espropriata deve essere sempre comunicata per iscritto o sono sufficienti accordi verbali?
In caso di occupazione temporanea di un terreno agricolo corrispondiamo al proprietario l'indennizzo (come definito dall’art. 50 del T.U.E.)) e al fittavolo non dovremo indennizzare il danno al raccolto?
Nell'ambito della cessione volontaria devo determinare la maggiorazione dovuta a n. 3 proprietari di terreni agricoli (trattasi di n. 1 società in accomandita semplice, e n. 2 società a responsabilità limitata).
I dati catastali confermano che le suddette società sono proprietarie dei terreni agricoli in questione; nel caso delle s.r.l. sono condotti direttamente dalle stesse, mentre per quanto attiene alla s.a.s. esiste un contratto di affitto tra la stessa e un comproprietario.
Devo valutare se riconoscere la triplicazione dell'indennità base o la maggiorazione del 50%?
Purtroppo il progettista che ha redatto il progetto esecutivo ha portato delle modifiche (piccole), a seguito di frazionamenti di terreni, al piano particellare (senza comunicarcele !) che hanno determinato la modifica di qualche mq delle aree da espropriare e di conseguenza delle stime offerte ai sensi del primo comma dell’art. 20 del T.U.E.
Posso procedere nello svolgimento del procedimento iniziato senza reiterare gli adempimenti svolti?
Questo ufficio, si trova a dover definire vecchie pratiche, svolte prima dell’entrata in vigore del T.U.E.
Viene in particolare richiesto il rilascio di decreti definitivi di esproprio per lavori definiti in presenza di tutte le quietanze di pagamento relative alle ditte espropriate. E' legittima l'emissione di siffatti decreti relativi a pratiche alcune vecchie di vari decenni?
Quando nel T.U. E. si indica una notifica da eseguire con "le forme degli atti processuali civili", la notifica stessa va eseguita esclusivamente dall'Ufficiale Giudiziario, oppure l'Ufficio per le Espropriazioni può eseguirla direttamente utilizzando il servizio postale?
Questa Amministrazione deve procedere alla occupazione temporanea di alcuni immobili appartenenti a privati, confinanti con un istituto scolastico di pertinenza dell'Ente, allo scopo di eseguire dei lavori di consolidamento del muro di confine tra le proprietà.
Trattasi di lavori per i quali non è prevista l'espropriazione, nè l'attivazione di alcun procedimento di esproprio,ma solo l'occupazione temporanea, fattispecie elencata all'art. 49 del T.U.E., in quanto alla fine dell'intervento è prevista la reimmissione dei proprietari nel possesso delle aree occupate temporaneamente.
Si chiede quale sia la corretta, completa procedura da eseguire ai fini dell'emissione del provvedimento di occupazione temporanea( pubblica utilità, partecipazione degli interessati, indennità offerta ecc).
Ai sensi dell'art. 13, comma 5, del D.P.R. N. 327 del 2001 è corretta la proroga del termine di durata della pubblica utilità, entro il quale deve essere emanato il decreto di espropriazione, effettuata con determina dirigenziale?
Altrimenti quale organo è autorizzato alla proroga della pubblica utilità?
Nell'ambito dell’accordo di programma è stata stipulata una convenzione di intesa per la realizzazione di lavori di regimazione idraulica di un torrente, sottoscritta tra Regione e diversi Comuni, che assegna ai Comuni, per il territorio di propria competenza, le procedure di asservimento e/o occupazione delle aree private necessarie all’esecuzione dell’opera (di proprietà Regionale che successivamente verrà trasferita agli stessi Comuni). Il nostro comune deve ora procedere all’approvazione del progetto definitivo riguardante il proprio territorio Tuttavia il progetto predisposto prevede anche un'occupazione temporanea di circa mq. 3.000 di un mappale ricadente in un altro comune. E' possibile dichiarare la pubblica utilità dei lavori anche sulla parte di superficie da occupare temporaneamente e ricadente in un altro comune. Occorre tenere presente che l’altro comune a suo tempo ha già provveduto a dichiarare la pubblica utilità per il territorio di competenza, nel quale non rientrava la superficie di cui al presente quesito
Stante quanto disposto dall'art. 3 commi 2 e 3, è di vostra conoscenza se le Amministrazioni Pubbliche effettuino le verifiche sui proprietari reali, al fine di avere tutti gli indirizzi attuali per le convocazioni previste dal procedimento di esproprio? Poiché la non ricerca dei proprietari reali, con i relativi indirizzi, comporta inevitabilmente di incappare in nominativi errati o persone decedute o non aggiornati, causa trasferimenti vari sulla proprietà non registrate, come può quindi essere effettuato il pagamento delle indennità a fronte di proprietari deceduti o privi di indirizzo?
Si richiede se è possibile utilizzare la retrocessione nel caso che segue, e se si, con quali modalità e come determinare il corrispettivo.
Nel 1973, l'amministrazione Comunale acquisiva con atto notarile (e non già con decreto di esproprio), una porzione di terreno a destinazione agricola di mq. 200 (previo frazionamento di un più ampio mappale) al fine di realizzarvi un serbatoio per l'acquedotto comunale.
Tale opera non venne mai realizzata e, oggi, la vedova ed erede dell'allora cedente, richiede di acquisire nuovamente il terreno di che trattasi, in quanto si è sempre occupata di mantenere tale appezzamento pulito e sfalciato ed ora vorrebbe riunirlo alla restante porzione di sua proprietà.
Si sta dunque valutando quale sia la procedura più corretta da seguire, tra un normale atto notarile, l'eventuale richiesta di intervenuta usucapione da parte della richiedente o, appunto, la facoltà di retrocessione.
Si richiede se è possibile utilizzare la retrocessione nel caso che segue, e se si, con quali modalità.
Nel 1973, l'amministrazione Comunale acquisiva con atto notarile (e non già con decreto di esproprio), una porzione di terreno a destinazione agricola al fine di realizzarvi un serbatoio per l'acquedotto comunale.
Tale opera non venne mai realizzata e, oggi, l’ erede dell'allora cedente, richiede di acquisire nuovamente il terreno di che trattasi, in quanto si è sempre occupata di mantenere tale appezzamento pulito e sfalciato ed ora vorrebbe riunirlo alla restante porzione di sua proprietà.
Si sta dunque valutando quale sia la procedura più corretta da seguire, tra un normale atto notarile, l'eventuale richiesta di intervenuta usucapione da parte della richiedente o, appunto, la facoltà di retrocessione.
Con decreto del 1995, è stato espropriato per intero un complesso immobiliare e la relativa indennità provvisoria depositata nella cassa DD.PP.
A seguito di opposizione a stima, la Corte di Appello ha determinato in via giudiziale l'indennità di espropriazione e ordinato il deposito dell'indennità medesima presso la Cassa DD.PP.
Ai fini dello svincolo delle somme relative, quale documentazione chiedere agli aventi diritto, anche nella considerazione che trattasi di esproprio totale e la relativa indennità è particolarmente cospicua?
E' stato emanato il decreto di determinazione dell'indennità provvisoria. La ditta non ha accettato nè ha dichiarato di volersi avvalere del procedimento di stima arbitrale. E' stato, pertanto, disposto il frazionamento dell'area al fine di procedere all'immissione in possesso, previo deposito delle somme offerte ed emissione del decreto definitivo di esproprio. Nelle more, (prima dell'immissione in possesso) si è dovuto procedere alla risoluzione del contratto con l'impresa appaltatrice e i lavori (realizzazione ampliamento strada pubblica) sono stati sospesi.
Si chiede quale sia il comportamento che l'ente deve tenere e se è dovuto un indennizzo per l'avvenuto frazionamento nell'ipotesi in cui i lavori non dovessero più realizzarsi.
Nel caso della costituzione del collegio tecnico previsto dall’art. 21 del T.U. l'Ente espropriante può nominare quale proprio Tecnico lo stesso Geometra Responsabile del Procedimento?
Ed, in caso affermativo, tale prestazione deve essere effettuata a titolo gratuito da parte del Responsabile in quanto dipendente dell'Ente oppure deve pretendere per intero (o parzialmente?) il relativo compenso?
Questo Ente, al fine di costruire una scuola pubblica, deve indennizzare alcuni proprietari i cui terreni ricadono in zona F Istruzione superiore, non qualificabile coma standard di urbanizzazione secondaria.
E’ stato emanato il decreto di determinazione dell’indennità provvisoria in seguito ad una valutazione effettuata dalla Commissione Provinciale Espropri,, ai sensi dell’art.20 D.P.R. 327/2001 che ne ha stabilito il valore venale, ritenendo il terreno edificabile.
Alla luce di quanto sopra, si chiede se sull'indennità debba applicarsi la ritenuta fiscale del 20% prevista dall’art.35 del D.P.R. 327/2001 ?
In caso di accertata presenza dell'affittuario, lo stesso deve essere iscritto negli elenchi dei Coltivatori Diretti al fine di ottenere l'indennità?
E se il terreno è dato in affitto ad una Società, quali requisiti deve avere la stessa al fine di essere riconosciuta come "Imprenditore Agricolo a titolo principale"?
Dobbiamo procedere all'offerta dell'indennità provvisoria ai sensi dell'art. 20, comma 4, relativa a delle aree ricadenti in zona C2 del vigente P.R.G. classificate edificabili.
Nel piano particellare la stima delle aree è stata effettuata con il criterio del valore di mercato pieno ai sensi del primo comma dell’art. 37 del T.U., come modificato ella normativa introdotta dalla legge n. 244/2007.
In caso di accettazione dell'indennità, ai sensi dell'art. 20 comma 5 o di cessione volontaria, l'indennità va maggiorata del 10%?
Il Consorzio di Bonifica deve realizzare dei lavori (arginature, difese di sponda) su un corso d’acqua, la maggior parte degli espropriati ha deciso di cedere volontariamente le aree interessate dai suddetti lavori.
Ad un proprietario, che si era reso verbalmente disponibile ad stipulare la cessione volontaria,
è stata notificata, forse per errore, ai sensi dell’art. 20, la somma offerta per l’espropriazione e comunicato quindi anche il diritto a concludere un accordo di cessione con le modalità previste nell’art. 45 del DPR 327/2001.
Fino alla suddetta notifica al proprietario sono state fatte tutte le comunicazioni previste dal DPR 327/2001 nei termini di Legge.
Ad un mese e mezzo dall’inizio dei lavori, il proprietario non ha accettato, sempre verbalmente, la stima perché a parer suo non più congrua.
E’ possibile, in qualche maniera, prendere comunque possesso del terreno in tempi brevi, per l’esecuzione dei lavori, senza seguire la procedura prevista dell’art. 21 con la nomina del collegio dei tecnici, ecc… che sarebbe a questo punto un pratica troppo lunga?
E' possibile ad esempio passare “in corsa” alla procedura prevista dall’art. 22/bis con richiesta da parte del Responsabile del procedimento dell’emissione del Decreto di occupazione anticipata e d’urgenza, seguito dal verbale di presa di possesso e dalla redazione dello Stato di consistenza, giustificando che i lavori possono essere considerati urgenti in quanto finalizzati alla messa in sicurezza idraulica di un centro abitato e che, tra l’altro, non si hanno ancora i frazionamenti ?
Ai sensi del DPR n. 327/2001, come modificato dalla legge n. 244/2007, un'indennita' per area edificabile offerta con il valore del vecchio art. 37 e con silenzio della proprietà, anche oltre i 30 giorni per accettazione, deve essere rideterminata ai sensi delle modifiche operare con la richiamata legge n. 24472007, oppure depositata con abbattimento 40%?
Questo comune deve procedere a realizzare due rotatorie che in parte insistono su aree di proprietà privata. è stata data comunicazione di avvio del procedimento ai proprietari quali risultanti dai registri catastali.
Un soggetto ci ha risposto comunicando che la sua proprietà adesso è condominiale e gestita da un amministratore di condominio. Si è proceduto a comunicare l'avvio del procedimento a tale amministratore. Scaduti i termini, nessuno ha presentato osservazioni. E' necessario procedere con l'occupazione d'urgenza.
Il decreto di occupazione d'urgenza e immissione nel possesso a chi deve essere notificato?
E' necessario istruire ulteriormente il procedimento per verificare i reali proprietari?
Ai sensi dell'art. 16, comma 14 del T.U. sugli espropri, si chiede in modo dettagliato, quali siano gli atti e la procedura da seguire, qualora all'atto dell'approvazione del progetto esecutivo si manifesti l'esigenza di occupare ed espropriare un altro terreno attiguo a quelli già interessati all'esproprio.Il progetto definitivo è stato già approvato.
Si dovrà attendere l'espletamento della nuova procedura per approvare il progetto esecutivo?
Si ringrazia vivamente.
Rapporto tra determinazione dell'indennità di espropriazione e riduzione prevista dal comma 7 dell'art. 37 del T.U.
L’espropriazione posta in essere dai comuni per attività istituzionali (realizzazione di opere pubbliche) non rientra nel campo dell’Iva in quanto non costituisce manifestazione di attività commerciale.
Il Comune ha attivato una procedura espropriativa per l'acquisizione di alcune aree interessate dalla realizzazione di un parcheggio per auto. Con provvedimento dirigenziale è stata disposta l'occupazione anticipata delle aree in questione ai sensi dell'art.22bis del DPR 327/2001 ed è stata determinata l'indennità provvisoria di esproprio. Nel termine di 30 giorni dall'immissione nel possesso diversi proprietari hanno comunicato all'Ente di "contestare" l'indennità offerta,invitando a rideterminarne la misura alla luce, tra l'altro, della recente sentenza della Corte Costituzionale n. 348 del 24/10/2007 e, contestualmente, hanno designato il proprio tecnico per la costituzione del collegio di periti previsto dall'art.21 del citato DPR.
Ciò premesso,si chiede quali requisiti professionali devono avere i suddetti tecnici per poter far parte del collegio in questione? In particolare, il tecnico nominato dal Comune può essere un dipendente dello stesso?
Questo Ente deve espropriare un’area di circa ha 3.90.00 adibita in parte a pioppeto specializzato al 6° anno di impianto e parte coperta d’acqua (vasche) facenti parte di un complesso di cave ora dismesso.
L’opera da realizzare è un bacino di laminazione delle piene, sfruttando le già intrinseche caratteristiche che la rendono idonea allo scopo (ex cava).
I terreni da espropriare ricadono integralmente in zona omogenea E1 (agricola) e soggetti a tutela paesaggistica.
Il proprietario ha accettato l’indennità provvisoria di espropriazione stimata ai sensi art. 40 T.U.e quantificata con riferimento al seminativo.
Il proprietario ha comunicato solo recentemente l’esistenza di un affittuario coltivatore del pioppeto, il quale ha formalmente richiesto il riconoscimento dell’indennità prevista all’art. 42 T.U.
Lo stesso è persona fisica ed il titolo esibito a comprova della conduzione è un contratto stipulato tra le Parti, non registrato, ne’ sottoscritto da Organizzazioni di Categoria datato anteriormente la data indicata al 1° co. art. 42 T.U.
IN ORDINE ALLE CARATTERISTICHE SOGGETTIVE:
Il presunto affittuario è residente e domiciliato in un comune a circa 90 Km. dal fondo, è iscritto alla C.C.I.A.A. come Commerciante di Legname (attività primaria) e come Coltivatore Diretto (attività secondaria).
IN ORDINE AGLI ACCERTAMENTI ESEGUITI/ELEMENTI INDIZIALI FORNITI
-- Lo stesso, ha dichiarato di coltivare direttamente il fondo (per le operazioni manuali) e di affidare ad un terzista del luogo le fresature annuali di cui il pioppeto abbisogna.
Esistono i presupposti per il riconoscimento dell’indennità aggiuntiva di cui all’art. 42 T.U?
Come procedere alla revoca della sospensiva degli effetti del decreto di espropriazione prevista dal comma 1, lettera f, dell’art. 23 del T.U.?
E’ possibile semplificare il procedimento eliminando la doppia trascrizione?
Nell'ambito di un procedimento espropriativo, attivato ai sensi della L. n° 865/1971, è stata notificata l'occupazione d'urgenza; e, in data 1/02/96, è stato redatto lo stato di consistenza.
Successivamente, in data 21/03/96 è stata notificata la determinazione della indennità provvisoria (ex art.11 legge n. 865/1971) nei confronti della ditta proprietaria; non avendo la stessa accettato l'indennità è stato disposto, con mandato del 25/05/99, il deposito della somma (indennità di esproprio ed occupazione) presso la tesoreria provinciale dello stato a titolo di deposito amministrativo gestione Cassa DD.PP.
La procedura risulta ferma in tale fase, nessun altro tipo di provvedimento è stato adottato successivamente.E' possibile riattivare il procedimento? se possibile, con quali modalità?
Su un terreno viene previsto un esproprio che divide il bene in tre parti: la parte da espropriare, una piccola porzione inutilizzabile dai proprietari e la porzione principale che mantiene tutte le caratteristiche e opportunità dell’immobile originale.
Sulla porzione inutilizzabile 5 proprietari, per la quota indivisa di 5/6, hanno chiesto al Comune l’acquisizione della stessa mentre il proprietario della restante quota indivisa per motivi suoi non è interessato alla cosa.
E’ possibile procedere comunque all’acquisizione di detta porzione di terreno?
Si chiede come applicare il regime fiscale, previsto dall'art. 35 del DPR 327/01 in caso di strumento urbanistico privo dell'individuazione delle zone omogenee. In particolare nel caso specifico di terreni espropriati per allargamento di una strada, in zona residenziale, situati quindi sul ciglio strada esterno recinzione o subito all'interno, cui è stata data una valutazione come porzioni residuali, non valutando capacità edificatoria, con un'indennità bassa, seppur non agricola.
In questo caso è necessario applicare la ritenuta del 20%?
In un fondo agricolo da espropriare è stata individuata una costruzione per la quale il proprietario ha richiesto concessione in sanatoria. E' obbligo per l'espropriante valutare la costruzione secondo i parametri usuali oppure si dovrà definire la sola indennità per aree non edificabili calcolata secondo i valori agricoli medi?
Successivamente alla liquidazione agli aventi diritto dell'80% ai sensi comma 3 dellart.22-bis, ci troviamo di fronte al caso in cui il proprietario del fondo è deceduto, gli eredi hanno venduto ed i nuovi proprietari hanno costituito impresa agricola. In questi casi a chi spetta il restante saldo del 20%?
Le maggiorazioni previste per coltivatori o in presenza di affittuario spettano solo al vecchio proprietario o si deve conteggiare il tutto e liquidare il 20% con le maggiorazioni al nuovo proprietario ?
Riguardo alla notifica degli atti di espropriazione, compreso l''avvio del procedimento ex art. 16 del DPR n. 327/2001 per un numero di proprietari inferiore a 50, come ci si comporta se non si riescono a trovare i dati anagrafici e residenza dei proprietari?
Nel caso in cui la ditta esproprianda richieda la conclusione del procedimento ai sensi dell'art. 45 comma 1 o comunque convenga sull'importo dell'indennità, è necessario dar seguito comunque all'iter procedimentale dell'art. 20 (elenco beni, determinazione provvisoria dell'indennità, determinazione definitiva) o lo stesso è un inutile appesantimento della procedura e si può quindi procedere alla stipulazione dell'atto di cessione o in alternativa alla determina di pagamento diretto e emissione del Decreto di espropriazione?
Nell'ambito della procedura di esproprio alcuni proprietari hanno comunicato la nomina di un loro tecnico per la determinazione dell'indennità definitiva con le modalità di cui all'art. 21 del DPR n. 327/2001. Preso atto di tale nomina l'ente ha provveduto alla nomina del proprio tecnico e quindi alla nomina della commissione (formata dai due tecnici in quanto nessuna delle parti ha richiesto la nomina del terzo da parte del Tribunale).
Come devo procedere se, successivamente alla nomina della commissione, i proprietari, tramite il loro avvocato, hanno citato in tribunale l'ente e richiesta la nomina di un CTU per la stima dei beni? Tale citazione blocca la procedura espropriativa ai sensi del DPR? Nel caso non debba bloccare la procedura la stessa citazione equivale alla richiesta della nomina del terzo tecnico?
Faccio presente che, a seguito della non accettazione della indennità provvisoria, si è provveduto ad emettere il decreto di esproprio e ad eseguirlo.
In caso di espropriazione di un terreno in cui vi sia un proprietario ed un usufruttuario come bisogna procedere?
L'indennità va suddivisa?
Dovendo indennizzare un mero usufruttuario quali sono le comunicazioni e le attività che, secondo procedura, andrebbero condotte nei loro confronti?
Come computare l'indennità dovuta all'usufruttuario?
Al proprietario può essere indennizzata anche la parte di diritto dell'usufruttuario?
Uno dei proprietari espropriandi (quota di proprietà 60/1000) di un'area condominiale, si è avvalso del procedimento di arbitraggio art. 21, c. 3 e seguenti per la determinazione in via definitiva dell'indennità di esproprio.
Il Collegio tecnico ha determinato il valore dell'intera area delegando l'ufficio per le espropriazioni di quantificare in millesimi secondo la quota di proprietà l'indennità spettante al richiedente.
Depositata l'indennità determinata dal collegio tecnico, nei termini previsti, il proprietario non ha manifestato l'accettazione.
Trattandosi di accettazione non espressa (silenzio) dell'indennità determinata dal collegio tecnico si procede con il deposito presso la Cassa DD.PP. della differenza tra l'indennità provvisoria già depositata e quella definitiva.
L'indennità provvisoria è stata depositata con la riduzione del 40% in quanto non accettata, per l'indennità definitiva determinata dal collegio tecnico si applica la stessa riduzione ?
Oltre alle parcelle, quali altre spese possono concorrere in quelle da porre a carico per la nomina dei tecnici ?
In caso di occupazione d'urgenza preordinata all'esproprio (art. 22bis) come comportarsi, ai fini dell'emissione del decreto di espropriazione definitiva, qualora gli espropriati non accettano l'indennità offerta?
Come computare il periodo di durata dell'occupazione nel caso che il corrispettivo, previsto al comma 5 dell'art. 22bis, sia pagato dopo l'emissione del decreto di esproprio?
In quali casi si deve applicare il comma 7 dell'art. 26 del T.U., cioè la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica o sul Bollettino Ufficiale della Regione dell'ordinanza di pagamento diretto?
Quest'ente intende procedere, ai sensi dell'art. 22 del Testo Unico, all'emanazione e all'esecuzione del decreto di esproprio in base alla determinazione urgente dell'indennità di espropriazione. In tale caso, non essendo più possibile stipulare la cessione volontaria come previsto dall'art. 45 del Testo Unico, il proprietario che condivida la misura dell'indennità, nel termine di 30 giorni successivi l'immissione in possesso, ha diritto alle maggiorazioni previste dall'articolo stesso per l'espropriazione di terreni non edificabili?
Nell'ipotesi che i terreni da espropriare siano coltivati dal proprietario o da un soggetto diverso quando può essere riconosciuta la triplicazione o l'indennità aggiuntiva prevista all'art. 42 del T.U.?
Nel secondo caso l'indennità può essere riconosciuta. al proprietario, il quale ha l'onere di versarla al fittavolo o direttamente al fittavolo. In tal caso, con quali documenti il fittavolo deve dimostrare l'effettiva sussistenza del presupposto per ottenere tale indennità?
Si chiede se in un comune è obbligatorio, per l'emissione dei provvedimenti previsti dal T.U., istituire l'ufficio per le espropriazioni e se tale ufficio debba essere unico?
Dovendo approvare, nell'ambito di una procedura espropriativa, un progetto definitivo si chiede un parere in merito alla competenza (della giunta o del dirigente)?
Come evitare la doppia annotazione dei dati di esproprio presso i registri immobiliari?
Problematiche relative al decreto di esproprio: frazionamento di mappali e operazioni di trascrizione e volturazione catastale.
In particolare si chiede se per i procedimenti espropriativi da avviare in attuazione di un PEEP, vigente alla data del 30 giugno 2003, continua ad applicarsi la vecchia normativa in applicazione della norma transitoria di cui all'articolo 57 del D.P.R. n. 327/2001, come modificato dal D.Lgs. n. 302/2002.